mercoledì 14 dicembre 2011

Lanterna gialla (11)

Film n. 11


Anatomia di un omicidio (Anatomy of a Murder)
di Otto Preminger  
con James Stewart, Lee Remik, Ben Gazzara, Arthur O’Connell



Una notte in una cittadina, viene violentata una donna che, ancora confusa e impaurita, corre alla roulotte dove abita con il marito. 


Questi, visto lo stato in cui è ridotta la bella moglie, si fa dire chi è stato e va subito a uccidere il colpevole; quindi torna tranquillamente al campeggio e dice al custode  di chiamare lo sceriffo ad arrestarlo.

Due mesi dopo, alle soglie del processo, la moglie dell'accusato Laura Manion, chiede all'avvocato Paul Biegler di difendere suo marito. L'avvocato, dopo aver interrogato l'uomo e saputi i fatti, decide di assumere la difesa del Tenente Manion, reduce della Corea. Deciso di adottare la tesi della semi-infermità mentale, l'avvocato inizia a svolgere alcune indagini e ricerche giuridiche volte a preparare il dibattito in tribunale.



La parte riservata al dibattimento è molto importante. Qui un'inquadratura coi protagonisti. In aula, tra botte e risposte, accuse e difese e testimonianze a volte reticenti, si scava e si analizza da vari lati il delitto, sino al verdetto e al mezzo “colpo di scena” finale.


La trama non particolarmente originale è arricchita da una sottile, argutissima ironia di fondo che caratterizza tutti i dialoghi del film, pieni di verve, di amarezza e locati su di un plot-sceneggiatura ineccepibili. Ne risultano personaggi credibili (anche grazie agli attori: cast magnifico) e molto originali che credo abbiamo stimolato gli attori. L’interpretazione dell’avvocato James Stewart è assolutamente eccezionale, senza superare, neppure per un attimo, il perfetto equilibrio recitativo. Notevole anche la prova della ‘dark lady’ Lee Remick, di solito più a suo agio nei ruoli di fidanzata d’America, qui moglie del falsamente scanzonato, ma seriamente geloso Ben Gazzara. Ottima anche la performance di Arthur O'Connell   e superlativa   la colonna sonora in cui il jazz fa la parte del leone, vero commento ancor oggi moderno del grande Duke Ellington, apparentemente ‘a latere’, in realtà parte integrante a pieno titolo della splendida pellicola di Otto Preminger. Un film da vedere e rivedere: per imparare ad apprendere il vero buon cinema.
Voto ****/5
(Film a seguire) 

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