giovedì 23 febbraio 2012

Lanterna gialla (35)

Film n. 35



Gilda (Gilda)
di Charles Vidor
con   Rita Hayworth,  Glen Ford,  George MacReady


  
1945, Buenos Aires: lo scaltro giocatore e baro Johnny Farrell (Ford) viene assunto da Ballin Mundson, proprietario di una bisca di lusso, e diventa il suo braccio destro. Al ritorno da un viaggio Ballin torna accompagnato dalla bellissima Gilda, appena sposata. L'incontro tra Johnny e Gilda è piuttosto freddo; i due sembrano conoscersi ma non lo danno a vedere.
L'irrequieta Gilda sa di essere stata comprata dal marito ma non riesce a comportarsi secondo le regole; spesso Johnny è incaricato di seguirla e ricondurla al dovere. L'odio tra i due rivela un precedente rapporto d'amore deluso. Durante la festa del carnevale un uomo viene assassinato nel locale. Ballin fugge inseguito dalla polizia e mette in scena la sua morte: ha bisogno di sparire per un po' di tempo …
Un mito, ma non un capolavoro. E’ La Hayworth, con la sua bellezza folgorante, che ha  mitizzato questo film discutibile.



Tra forzature (lo scontro per il controllo di un improbabile monopolio del tungsteno) e espedienti narrativi di maniera (le circostanze casuali in cui viene a comporsi il triangolo affettivo alla base del plot), il film ripercorre, senza slanci creativi, molti dei luoghi del noir, facendoli apparire come “luoghi comuni”. Per cominciare la voce fuori campo (quella del personaggio interpretato da Ford) cui è affidato il compito di introdurre lo spettatore alle situazioni della vicenda, quando ci sono salti temporali. Come si può vedere altri film coevi del genere noir (Detour ma soprattutto  La fiamma del peccato) mentre la voce narrante cerca una rappresentazione razionale e oggettiva, ciò che lo spettatore vede e sente è un po’ diverso. I fatti e le immagini delle scene entrano in conflitto con l'immagine veicolata dal narratore, introducendo durante la visione del film elementi di spaesamento e precarietà. Progressivamente, Johnny stesso rivela una personalità disturbata, con elementi di misoginia, sadomasochismo, sospette pulsioni omosessuali.
Le circostanze e le responsabilità del disastroso fallimento della precedente relazione tra Gilda e Johnny restano avvolte nel mistero. Quest'ombra di un passato, ignoto allo spettatore, che grava sulle psicologie e sui comportamenti dei personaggi è un altro elemento ricorrente del noir. Ma se non è mai spiegato può apparire pretestuoso. Anche l'ambientazione in paesi (allora) esotici o lontani (l'Argentina), “in atmosfere equivoche o sensuali, dove l'eroe occidentale affonda nello smarrimento e nella tentazione della perdita di sé”… ma Notorius e il Brasile sono un’altra cosa! Fondamentale nella creazione di queste atmosfere è la bella fotografia B&W, che tuttavia non ha il tocco di mistero dell’espressionismo.
Voto ***1/2/5

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