mercoledì 15 febbraio 2012

Lanterna gialla (30)

Film n. 30




In linea con l’assassino (Phone Booth)
di Joel Schumacher
con Colin Farrell, Forrest Whitaker



Un thriller di maniera. Lo recensisco solo per completare il mio discorso sul telefono (la cornetta), se no non lo avrei considerato. Stu Shepard, mediocre procuratore di starlettes, vaga per Manhattan in cerca di una cabina telefonica (siamo nel 1992 e non ha il cellulare!?) da cui chiamare la sua giovane amante. Dopo aver riattaccato la cornetta, il telefono squilla: lui, sorpreso e incauto, risponde. Una voce minacciosa  gli intima di non riattaccare, perché è sotto il tiro di un fucile di precisione. Cominciano, per Stu (iniziale di stupido, a questo punto lo si è già capito), i minuti più terribili della sua vita, ma la telefonata oltre che allungargli la vita, gliela rende amara. Viene accusato ingiustamente dell'assassinio di un buttafuori, deve sputtanarsi in diretta TV dichiarando  i suoi tradimenti alla moglie (lei lo osserva basita) e subire le angherie di un capitano della polizia giunto  a parlamentare con lui. Alla fine, tutto sembra tornare a posto. Ma chissà se è proprio così: per fortuna il flop del film ci ha risparmiato un squel! Schumacher a provato (fallendo miseramente)  a rifare "Un giorno di ordinaria follia".   Nell'operazione mischia senza farsi troppi problemi sperimentazione e poliziesco; ma il soggetto (vorrebbe essere un esercizio di stile sul telefono) fa acqua da tutte le parti, non c'è nessun  momento di vera tensione e gli attori   sono o risibili (un Colin Farrell ai minimi termini: guardate l'espressione sotto!)

o mal sfruttati (Forrest Whitaker, imbranato nel ruolo del capitano). Il presunto colpo di scena finale, poi, è un calcio nel sedere alla logica e irride alla pazienza dello spettatore. Di suspense (tanto è tutto così prevedibile) non ne parlo nemmeno! Delusione totale.
Voto **/5

Nessun commento:

Posta un commento