martedì 28 febbraio 2012

Lanterna gialla (37)

Film n. 37



Ascensore per il patibolo (Ascenseur pour l’echafaud )
di Luis Malle
con   Jeanne Moreau,  Maurice Ronet, George Poujouly
   


Ex combattente in Indocina, Julien, uccide il suo padrone (industriale produttore d’armi) su istigazione della di lui moglie Florence, sua amante. Il piano sarebbe perfetto, dovrà risultare un siucidio, ma lui rimane chiuso in ascensore. Nella stessa notte un giovane gli ruba l'auto e uccide due turisti. Brillante esordio di Malle con un film noir in cui più che l'azione, pur molto tesa, contano l'atmosfera (fotografia superlativa accompagnata da stupenda colonna musicale jazz ) e l'analisi dei sentimenti dei personaggi.


A me interessa soprattutto evidenziare ciò che  accade invece a Julien. Il personaggio, di caratteristiche hitchcockiane, è vessato dal destino beffardo, un cinico accanimento contro il quale nemmeno un eroe di guerra, quale Julien potrebbe rappresentare, può far nulla. La sua fine è segnata dal momento in cui riattacca il telefono dopo aver deciso di uccidere il padrone. Forse era segnato ancor prima: il rapporto con l’amante, sublime, intenso (fino alla morte), folle e disperato, lo aveva già travolto. E’ la percezione di questa catena, di questo legame al quale nessuno dei due vuole rinunciare, che traccia le suspense della vicenda. Si specchiano sulla loro foto al negativo, la  coppia d’amanti imbecilli e suicidi, stupidi, distanti (il noir parallelo su cui Florence disperatamente indaga), nemmeno capaci di morire l’uno con l’altra, mentre mentono di essere altre due persone, una coppia che si ama veramente.   La fotografia è altro elemento importante.   Rivela di verità, ma anche le nasconde; permette, attraverso istanti impressi su pellicola che celano segreti e svelano realtà nascoste, che una sequenza d’immagini riesca a intrecciare più esistenze (la doppia storia noir), dando loro un percorso, un senso, e una fine che ci porta fuori: il cinema. È questo (anche se parlo di meta cinema) uno degli aspetti più interessanti del film, l’esaltazione   della pellicola  impressa con arte. Il concetto è esaltato dalla bellissima resa fotografica (bianco neri contrastati) di HenryDecae e dalle musiche di Miles Davis (improvvisate durante la registrazione), per avere la certezza di aver a che fare con un vero pezzo di cinema noir.  
Voto ****/5

2 commenti:

  1. Interessante la storia e anche la fotografia, ma devo dire che non mi è piaciuto molto. Era abbastanza noioso, per i miei gusti.

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  2. Cara chiara 1985, è ritenuto un classico. Lo rivisionato e devo dire che rispetto alla prima volta mi è un po' calato lattenzione. Ma è pur sempre un film notevole per vari motivi.

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