martedì 23 ottobre 2012

Fumetti in giallo (IX)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Nona   parte



Kerry Kross
Kerry Kross, controverso personaggio di effimero successo, fu creato nel 1994 dallo sceneggiatore Max Bunker e illustrato dal disegnatore Dario Perucca.



Edito dallo stesso Max Bunker, il fumetto  ha avuto una storia travagliata; costretto alla sospensione forzata dopo soli undici numeri, è stato ripreso dal suo ideatore e portato avanti, fra molte difficoltà e con periodicità variabile.



Ha però una sua innegabile originalità. Kerry Kross, ex agente dell’FBI, è  investigatrice privata. Convive con una scheggia di metallo nella testa, che potrebbe ucciderla in qualsiasi istante. Giovane, alta, bionda, bella e prestante: sembra una apparizione dell’altro mondo. Audace, spericolata e temeraria, sfida la morte in continuazione, probabilmente perché consapevole che la sua è, comunque, una partita a scacchi con il triste falciatore. Usa metodi investigativi  sbrigativi e poco ortodossi: così la sceneggiatura risulta più agile .


Veniamo al punto di maggiore originalità: è omosessuale in maniera palese, addirittura ostentata. Alcuni indizi si possono già ricavare dalle copertine. Non male per il ’94!
Kerry Kross è, dunque, un detective sessualmente attraente. Indossa disinvolta tailleur raffinatissimi e scarpe con i tacchi a spillo. Maneggia  bene la pistola e non teme  spericolate acrobazie. Nelle pause si concede continue avventure sessuali con donne, passando da un letto all’altro con l’indistruttibile costanza, quasi fosse una missione, di   James Bond.
La domanda, inevitabile: è una maldestra scelta di mercato?  Perché solleticare le curiosità morbose del pubblico, come fanno i film porno soft? La risposta è banale: si tratta di un elemento piccante che si pensò facesse vendere. Ahimè, non è stato così.



Ma c’è altro, Kerry Kross, al di là della cura per le cover, sia per la qualità delle sceneggiature, sia, e più ancora, per quella del disegno, lascia molto a desiderare sul piano artistico. le tavole sono del peggior stile "nazional pop".


Un unico esempio, dovrebbe essere bellissima, ma, nel tratto di Dario Perucca, è tutt’altro che tale. Sui dialoghi, infine, che non brillano certo per originalità, stendiamo un velo pietoso.
(9-continua) 

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