venerdì 19 ottobre 2012

Fumetti in giallo (VII)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Settima parte



Nick Raider

Creato nel 1988 da Claudio Nizzi, Nick Raider è una serie poliziesca di ispirazione hard boiled. Atmosfere crude e realistiche, paesaggi a forte chiaroscuro e personaggi un po’ estremi. Trova altra ispirazione di base nel police procedural, ma spazia in molti altri (troppi) filoni narrativi,  dalla detection all’inglese al giallo d’azione, dal thriller al mistery, dal quasi fantasy al noir: 200 uscite con la Bonelli e a seguire col le Edizioni If non sono poca cosa e, si sa, i lettori si possono stufare alla svelta.



Le copertine, tra la prima versione ( a sinistra) e la seconda (a destra) non sono molto cambiate (anche perché molti episodi dono ristampe). Anche il titolo-logo non è molto diverso. Il personaggio invece appare meno cupo (ovviamente mi riferisco alle copertine). Se prima lo si ritraeva prevalentemente a forti chiaroscuri, ora è inserito in sfondi quasi pastello e il suo sguardo ha un'ombra di tenerezza.


Nick Raider non è un investigatore privato, ma un detective che fa parte del dipartimento di polizia.  
Il protagonista, quasi sempre affiancato  al suo compagno nero Marvin Brown, pian piano è diventato  parente stretto  di Silvester Stallone de I falchi della notte. Trova spesso collaborazione anche nell’intera squadra del Distretto Centrale di Manhattan.



Le storie si svolgono prevalentemente a New York (il Bronx e Harlem a fine anni ’80 erano il peggio del peggio!), dove Nick Raider e i suoi amici sono impegnati in una  costante lotta contro le più mutevoli forme di criminalità. Grattacieli, scale antincendio e palazzi fatiscenti si prestano per azioni travolgenti e mozzafiato.





Non sempre è così. Ci sono anche tavole statiche, dense di dialogo, per approfondire i caratteri e dare contenuti e motivazioni all’azione.

  
I disegnatori (sempre di gruppo si tratta) cercano prospettive cinematografiche con risultati di buona qualità. Nonostante il prodotto fosse rivolto a fasce di mercato popolari (e di nicchia) la grafica non mai è scadente. Ho visto di peggio con Dylan Dog che pure vendeva anche 450.000 copie! Le storie sono ormai risapute, tant’è che la Bonelli (calo a picco delle vendite) cessò la pubblicazione.
(7-continua)

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