giovedì 25 ottobre 2012

Fumetti in giallo (XI)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Undicesima     parte



Mortimer e Blake

Blake e Mortimer sono i protagonisti di una serie a fumetti creata dallo scrittore e disegnatore belga Edgar P. Jacobs: uno dei disegnatori della “linea chiara” come Hergé. Non è un caso allora che siano apparsi per la prima volta sulla rivista belga Tintin nel 1946.  Quasi dieci anni dopo,  a settembre 1955,  esce il primo numero della rivista italiana Tintin, edita da Vallardi : io li ho conosciuti lì ed erano alle prese col famigerato Marchio giallo!    
Con cadenza quindicinale e settimanale, continuò la sua breve avventura italiana fino a  marzo 1956. La rivista riproponeva il formato e lo splendido contenuto della rivista madre belga, ma, nonostante i grandissimi autori presentati, ebbe vita difficile e morte prematura. Ne rimasi dispiaciuto assai!


Ma torniano al ’46. Durante il primo anno di pubblicazioni de Le journal de Tintin, paradossalmente,  Le secret de l'Espadon (La prima avventura del prof Mortimer) ebbe più successo delle avventure dello stesso Tintin, che appariva con la sua serie nella  rivista a suo nome. Ciò era dovuto al fatto che l'Espadon cominciò con il primo numero, mentre le avventure di Tintin cominciarono confusamente con una storia già iniziata (Le sette sfere di cristallo), abbandonata tre anni prima durante la Seconda guerra mondiale.

Ma i due eroi erano davvero più interessanti. Sir Francis Percy Blake, capitano dei servizi segreti britannici MI5, e il suo amico il professor Philip Angus Mortimer, specialista in fisica nucleare, si trovano a confrontarsi spesso con il loro grande inafferrabile nemico Olrik. Nonostante il titolo della serie (dettato si presuppone da ragioni di maggior copertura di mercato), in alcune storie la presenza di Blake è più che altro simbolica.
Il fascino di   Mortimer e Blake risiede nel miscelare sapientemente realismo e fantastico per esaltare la suspense del racconto. Se nel Segreto dell'Espadon l'avventura è soprattutto di ordine tecnologico (proto 007) e in Il mistero della grande piramide (Le Mystère de la grande pyramide) prevale piuttosto l'aspetto storico ed esoterico (Indiana Jones ci ha attinto di sicuro!), ne Il marchio giallo (La Marque jaune) siamo al thriller e la storia (ovvio) è molto gialla.


Le tavole sono al livello (in termini di qualità grafica) delle copertine: spesso le copertine sono dedotte dalle tavole stesse! Un esempio di serietà editoriale non da poco.
La sequenza dei riquadri è molto cinematografica. L’uso del colore, che va ad arricchire con toni freddi o caldi (a seconda della situazione) la linea chiara è anch’esso di rara qualità, soprattutto se consideriamo che siamo negli anni cinquanta.
 

 

La tavola che ho riportato è tratta da Il marchio giallo (come si capisce dall’ultimo quadro). Si noti l’uso del giallo come tono delle fonti luminose (tra cui anche il marchio). Il giallo contrasta col tono grigio carta da zucchero dell’aria londinese, creando un intrigante effetto di straniamento.
 
 
L’uso di luci fortemente contrastate è sempre presente nelle storie, come si può vedere dalla striscia sopra.
 

A volte, però, siamo in pieno giorno. In questa tavola Mortimer è sotto il sole della Grecia. Qui per accentuare la luminosità, quasi non ci sono ombre e il contrasto è tenue. Ultima considerazione: il movimento. Su questa tavola, a proposito delle sue dinamiche si potrebbe sostare a lungo. Vi prego solo a fissare l’occhio sul prete a sinistra che scende le scale. Il riquadro occupa tutto il lato e serve di raccordo alle altre immagini che si leggono normalmente. E’ una scena che si “vede due volte”: è la n.1 e poi  la n. 6. Mirabile uso degli spazi per creare, percezioni subliminali e accentuare gli effetti di movimento.
(11-continua)

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