Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Undicesima parte
Mortimer e Blake
Blake
e Mortimer
sono i protagonisti di una serie a fumetti creata dallo scrittore e disegnatore
belga Edgar P. Jacobs: uno dei disegnatori della “linea chiara” come Hergé. Non
è un caso allora che siano apparsi per la prima volta sulla rivista belga Tintin
nel 1946. Quasi dieci anni dopo, a settembre 1955, esce il primo numero della rivista italiana
Tintin, edita da Vallardi : io li ho conosciuti lì ed erano alle prese col
famigerato Marchio giallo!
Con cadenza quindicinale e settimanale,
continuò la sua breve avventura italiana fino a marzo 1956. La rivista riproponeva il formato
e lo splendido contenuto della rivista madre belga, ma, nonostante i
grandissimi autori presentati, ebbe vita difficile e morte prematura. Ne rimasi
dispiaciuto assai!
Ma
torniano al ’46. Durante il primo anno di pubblicazioni de Le journal de
Tintin, paradossalmente, Le
secret de l'Espadon (La prima
avventura del prof Mortimer) ebbe più successo delle avventure dello
stesso Tintin, che appariva con la sua serie nella rivista a suo nome. Ciò era dovuto al fatto
che l'Espadon cominciò con il primo numero, mentre le avventure di
Tintin cominciarono confusamente con una storia già iniziata (Le sette sfere
di cristallo), abbandonata tre anni prima durante la Seconda guerra mondiale.
Ma
i due eroi erano davvero più interessanti. Sir Francis Percy Blake,
capitano dei servizi segreti britannici MI5, e il suo amico il professor Philip
Angus Mortimer, specialista in fisica nucleare, si trovano a
confrontarsi spesso con il loro grande inafferrabile nemico Olrik. Nonostante
il titolo della serie (dettato si presuppone da ragioni di maggior copertura di
mercato), in alcune storie la presenza di Blake è più che altro simbolica.
Il
fascino di Mortimer e Blake risiede nel miscelare sapientemente
realismo e fantastico per esaltare la suspense del racconto. Se
nel Segreto dell'Espadon l'avventura è soprattutto di ordine tecnologico
(proto 007) e in Il mistero della grande piramide (Le Mystère de la
grande pyramide) prevale piuttosto l'aspetto storico ed esoterico (Indiana
Jones ci ha attinto di sicuro!), ne Il marchio giallo (La Marque
jaune) siamo al thriller e la storia (ovvio) è molto gialla.
Le
tavole sono al livello (in termini di qualità grafica) delle copertine: spesso
le copertine sono dedotte dalle tavole stesse! Un esempio di serietà editoriale
non da poco.
La
sequenza dei riquadri è molto cinematografica. L’uso del colore, che va ad
arricchire con toni freddi o caldi (a seconda della situazione) la linea chiara
è anch’esso di rara qualità, soprattutto se consideriamo che siamo negli anni
cinquanta.
La
tavola che ho riportato è tratta da Il marchio giallo (come si capisce
dall’ultimo quadro). Si noti l’uso del giallo come tono delle fonti luminose
(tra cui anche il marchio). Il giallo contrasta col tono grigio carta da
zucchero dell’aria londinese, creando un intrigante effetto di straniamento.
L’uso
di luci fortemente contrastate è sempre presente nelle storie, come si può
vedere dalla striscia sopra.
A
volte, però, siamo in pieno giorno. In questa tavola Mortimer è sotto il sole
della Grecia. Qui per accentuare la luminosità, quasi non ci sono ombre e il contrasto
è tenue. Ultima considerazione: il movimento. Su questa tavola, a proposito delle
sue dinamiche si potrebbe sostare a lungo. Vi prego solo a fissare l’occhio sul
prete a sinistra che scende le scale. Il riquadro occupa tutto il lato e serve di
raccordo alle altre immagini che si leggono normalmente. E’ una scena che si “vede
due volte”: è la n.1 e poi la n. 6. Mirabile
uso degli spazi per creare, percezioni subliminali e accentuare gli effetti di movimento.
(11-continua)
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