Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Ventesima parte
Steve
Roper
Nasce
come striscia umoristica. Poi, una lenta, progressiva evoluzione alla ricerca
di se stessa! Inizialmente era composta da racconti comici che raccontavano le disavventure del Grande capo indiano
Wahoo. Storie con persone di dubbia moralità che cercano di imbrogliare Wahoo per
fregargli i suoi soldi. L’indiano, ricco per via del petrolio, è visto come un imbranato
a
New York o a Hollywood. Ma fin dall'inizio, era una striscia seriale, era già mutata e sviluppata in più grandi
avventure; finché nel 1940, un giovane
focoso fotoreporter di nome Steve Roper appare dirompente sulla
scena.
Con
la seconda guerra mondiale Roper assume
un ruolo guida nelle avventure, e la striscia fu rinominata Capo Wahoo e
Steve Roper. Poi nel ‘44, Steve
Roper e Wahoo. Nel ‘46, e nel ‘47 semplicemente Steve Roper, intanto viene tradotta in varie lingue.
Dal
1946 mutano anche le storie. Dopo la seconda guerra mondiale Steve è nel nel
servizio di intelligence della
Marina. Roper ha anche ottenuto un
lavoro per la rivista Spotshot (Spotlight rinominato nel 1950), e da
allora la location principale è a New York City. Arriverà un altro personaggio: Mike Nomad, ma star dietro a tutti questi cambiamenti è faticoso!
Steve
sa ben usare i pugni, come le telecamere e le macchine per scrivere. Ormai
si è costruito una reputazione come reporter e redattore di cronaca nera. La striscia è cresciuta in popolarità. Nel 1951, Steve si è fidanzato alla sua “donna
capo” Kit Karson. Ma quando, in una
storia del 1953, è rinchiuso in prigione, lei lo ha
abbandonato. La brutta esperienza lo trasforma
in uno un "scapolo incallito." Svolge con
passione la sua attività di detective reporter, svelando i crimini e scoprendo frodi,
ma svolge anche incarichi di routine, come la protezione di
rock star o partecipando a concorsi di bellezza. Grande senso morale, rigore e indignazione morale verso la malavita e il
delitto in genere.
Steve
Roper
(sotto tutti i suoi diversi titoli di storie) e nei diversi giornali in cui è stato pubblicato, aveva
un seguito particolarmente forte da parte dei lettori di sesso maschile. In particolare durante i suoi decenni di
apice, ha mostrato sempre una grafica eccellente, di tipo fotorealistico, e storie
ben scritte con colpi di scena, suspense, pericolo, e tocchi di spirito ironico.
Da un punto di vista grafico, pur mantenendo sempre una qualità sopra la media, non c’è
molta omogeneità nelle storie, ma in sessanta anni son cambiati mote mani.
L’ultima, quella di Fran Matera, cerca un taglio moderno, senza però recuperare
il fascino degli anni ’40.
(20-continua)
(20-continua)
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