domenica 25 novembre 2012

Fumetti in giallo (XXI)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Ventunesima parte



Buck Ryan

Nel 1937 il quotidiano Daily Mirror, dopo aver constatato che i lettori preferiscono il poliziotto americano, decide che la Gran Bretagna debba avere il «suo poliziotto». Si rivolge a un disegnatore di fumetti sportivi, Jack Monk, che  propone un poliziotto, che fin dalle prime strip “si trova a guardare il buco della canna di una pistola puntata verso di lui”. Il suo nome: Buck Ryan. Un personaggio di imitazione americana? Diremmo proprio di no. Basterebbe questa frase, che Ryan pronuncia quando un cattivissimo, ma ignaro, sta per esplodere su una bomba, per far capire che lui è un inglese dalla testa ai piedi: “Avvertiamolo, diamogli modo di arrendersi. Così non mi sembra sportivo!”.
Buck Ryan quindi nasce come una striscia di detective story pubblicata nel quotidiano inglese the Mirror Daily dal 1937 in poi fino al 1962.   Durante il momento di maggior successo, la striscia cresce e fu  pubblicato un volume monografico dedicato a Buck Ryan,  un caso raro per il Regno Unito in quel periodo (siamo nel 1946).



Si tenga conto che in quel periodo, grazie al successo in Inghilterra, ci fu anche un periodico a fumetti australiano, correttamente titolato Buck Ryan. La copertina riportata sopra è quella del n.2. Cercando con Google si trovano copertine titolate in cirillico, in arabo e in giapponese, questo giusto per spiegare il successo planetario di un personaggio poco noto in Italia.


Ci sono stati pochi album di Buck Ryan pubblicati in Italia. The first one, in oblong format (see above image for cover) came in 1973; I don't know about its contents. Il primo, in formato oblungo (vedi sopra immagine di copertina) per mantenere la struttura della striscia, è uscito nel 1973. Più tardi nello stesso decennio la Milano Libri Edizioni, ha anche pubblicato una serie di quattro album. Alcuni episodi furono pubblicati su Alter Linus (luglio ’74 – febbraio ‘75) e sull’almanacco Linus Giallo. Ma non ebbero seguito.
Eppure un detective così  coriaceo e sentimentale, cinico e disperato aveva tutti gli ingredienti per piacere al pubblico italiano! Il personaggio di investigatore privato sempre in lotta, emulo di Philip Marlowe, con la società e con la coscienza, non poteva che avere seguito.  



A giudicare dalla qualità delle strisce, il perché di questo disinvestimento marketing non è comprensibile. Il taglio (vedi sopra) è cinematografico: primi piani e poi stacchi profondi. Il B&W è fortemente contrastato: siamo nel noir! Ma anche i personaggi sono ben curati nei particolari del volto e nei vestiti.


Nelle prime storie, non era proprio così: si veda sopra. Gli sfondi non sono dettagliati e il contrasto B&W più tenue. Si poneva più attenzione ai personaggi che sono rappresentati, con dovizia di particolari, in pose molto dinamiche! Questo  fin dall’inizio e in quegli anni la dinamica del disegno non era da tutti! Si veda la tavola sopra (derivata dalle strisce): potete leggerla in sequenza o complessivamente, il risultato è pregevole!



Poi il tratto si fa più spesso e i contrasti più scuri. Siamo nel noir. Resterebbe, sempre, il problema irrisolvibile della striscia. La suspense è giocata su quella! Straordinariamente funziona anche sulla tavola "mosaico"! Oggi va di moda chiamare Graphic Novel una storia a fumetti. Eppure Umberto Eco aveva sdoganato i fumetti negli anni sessanta! Come ho affermato più volte trasformare una striscia quotidiana in una storia unica pone molti problemi di montaggio che neanche Alfred Hitchcock saprebbe risolvere!
Per fortuna Jack Monk se li era posti a priori!
(21 - continua)


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