mercoledì 7 novembre 2012

Lanterna gialla (46)


Film n. 46



Giungla d’asfalto (The Asphalt Jungle)
di John Huston
con   Sterling Hayden, Louis Carlhern, Jean Hagen, Marilyn Monroe


Sembrava un piano perfetto, anzi scientifico …
La trama in breve. Erwin Riedenschneider, detto “il dottore”, un ladro di professione, appena uscito da una lunga detenzione in carcere organizza, assieme a un avvocato mal ridotto, la rapina del secolo. Allo scopo sceglie meticolosamente tutti gli uomini della banda, dallo scassinatore al basista. L'obiettivo è una gioielleria e proprio quando sembra fatta, l'allarme li tradisce e li coinvolge in un conflitto a fuoco con un guardiano notturno. Nessuno di loro, seppur con vicende diverse, riuscirà a sopravvivere a lungo.
Il contesto è descritto in modo perfetto: dal film si ha una visione livida e lucida di una comunità di emarginati, che ha un suo codice e che accetta la propria esistenza senza illusioni. Ogni personaggio ha una logica, anche il più marginale, nel disegno corale di una società che il regista mostra senza il fastidioso realismo poetico francese (alla Rififi!).
Persino il personaggio del “dottore”, il cervello della banda, è disegnato con precisione e senza coloriture dal grande caratterista Sam Jaffe. La qualità tecnica sembra sia dovuta, oltre che al talento di Huston, al fatto che a produrre il film fosse la M.G.M, rigoroso garante di  professionalità.  Qualcuno lo giudicava un limite. In realtà non si può essere geni quanto si vuole: si finisce  troppo spesso nella sciatteria.     Giungla d'asfalto è un raro esempio di impegno artistico e professionale in perfetto equilibrio di valori. Stupendi caratteristi compongono la galleria dei vincitori e dei vinti. Un gioco delle parti non privo di romanticismo, quello autentico, che scaturisce dalla mancanza di ferocia; un elemento ben presente nella società odierna. Sterling Hayden, che in seguito confermerà di essere, come attore, un perdente di successo (Rapina a mano armata), nel ruolo di Dix Handley ha una ruvidezza che nulla aveva a che fare con lo star system di allora. Né gli è da meno l'elegante e fatalista Louis Calhern, nel ruolo dell'avvocato. Marilyn Monroe, al suo esordio ufficiale (finalmente ha il nome sul manifesto!), è già l’incarnazione di tutti i personaggi che avrebbe interpretato in seguito: un ologramma di sintesi.
Per me il miglior film di gangster mai realizzato, cinematograficamente perfetto. Ma in realtà è un noir, sostenuto dalla fotografia di un maestro del bianco e nero come era Rosson. Tutto il film è avvolto nell’ombra e ci sono marcati chiaroscuri che alimentano la tensione.

L’inquadratura che ho riportato è indubbiamente, anch’essa ispirata dal pittore Edward Hopper, personaggi, oggetti e panorami urbani intellegibili dalle finestre lo dimostrano.
Il regista infine, (ma lodare  Huston a che serve?) dedica lunghe inquadrature alle varie fasi del furto, in tal modo riesce a dilatare il tempo fuori misura. Ottiene lo straniamento dello spettatore, lo distrae con perfetto meccanismo di suspense, ma il noir alla fine sfocia in una tragedia assoluta.
Da ricordare il finale: Dix che muore coccolato dai suoi amati cavalli selvaggi!

Voto *****/5

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