Film
n. 47
La calda notte
dell’ispettore Tibbs (In the Heat of the Night)
di Norman Jewison
con
Sidney Poitier, Rod Steiger, Warren Oates
Quando Obama, come presidente, era ancora
nella mente di Dio …
Di notte a Sparta, piccola cittadina del Mississipi: l'agente Sam Wood (Warren Oates), mentre fa stancamente
un giro di ispezione, trova il cadavere di Mr. Colbert, un industriale. Mentre
analizza la scena del crimine, lo sceriffo capo della polizia locale, Bill
Gillespie (Rod Steiger), non avendo un'idea migliore, ordina a Wood di cercare in giro tipi sospetti (cerca lo straniero!).
Dopo poco Wood si presenta alla centrale di polizia con un uomo di colore, trovato alla stazione
ferroviaria, “reo” di avere nel portafogli una quantità di denaro reputata
inusuale per un nero. La mentalità razzista del poliziotto, che rispecchia quella del capo e
della maggioranza di Sparta stima che i “negri” debbano essere poveri!
Gillespie arresta immediatamente l'uomo, felice di aver già trovato un
colpevole per un omicidio per il quale le personalità della città avrebbero fatto
pressione affinché fosse trovata la soluzione. Subito però Gillespie si rende
conto di aver sbagliato: l'uomo è il detective Virgil Tibbs (Sidney Poitiers), uno dei migliori
elementi della Squadra Omicidi di Filadelfia. Si trovava in
città in visita alla madre. Tibbs non apprezza affatto il trattamento razzista
di Gillespie, e non vede l'ora di poter andare via, ma il suo capo, al telefono , gli consiglia di dare una mano agli inesperti
poliziotti di Sparta. Gillespie è restio ad accettare l'aiuto dell'uomo, ma
alla fine lo porta a far analizzare il cadavere : di fronte all'impresario di pompe funebri e a un medico Tibbs mostra tutte le sue capacità e ciò convince Gillespie a fargli effettuare l'autopsia …
Questo il primo quarto d’ora. Il resto non lo racconto per
non sciupare il thriller.
Il film uscì nel 1967, nel pieno della lotta per i diritti civili da parte delle comunità nere
degli USA.
Si ricordi che nel ‘64 Martin Luher King aveva ricevuto il Nobel per la pace, e l'anno precedente
aveva pronunciato il celebre discorso I have a Dream. Il tema affrontato era quindi estremamente
attuale, e s'inseriva in un clima di dibattito nazionale non facile, mostrando
tutto il disprezzo presente nel profondo Sud degli Stati Uniti, anche se alla
fine, come tipico nella tradizione cinematografica di Hollywood, Tibbs riesce a fare breccia,
almeno un po’, nella rigidità pregiudiziale della gente di Sparta.
L’happy end edulcora la tensione e anche la
suspense. Nonostante ciò i due protagonisti sono perfettamente calati nella parte
e recitano benissimo. L’atmosfera del profondo sud è resa benissimo, ma al termine,
dopo averlo visto ( e rivisto da poco), mi è restato un retrogusto dolciastro, con
una fine più dura sarebbe stato un grande noir. Tibbs (anche se non mostra le sue
abilità d’arti marziali) può sembrare un superuomo in confronto allo sceriffo, ma
a ben guardare (gli indizi e i fatti sono alla portata di tutti) lavora solo in
modo accurato. Viene da chiedersi se il messaggio del film non sia: “Il razzismo non ti fa ragionare”!
Voto ***1/2/5
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