Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Ventisettesima
parte
Torpedo
Ideato e scritto da Enrique Sànchez Abulì con i disegni
di Alex Toth (2 episodi) & Jordi Bernet. Prima pubblicazione: 1981.
Anni ‘30: l'America (allora si chiamava così!), prostrata, cerca di riprendersi dalla grande depressione. Finisce l'epoca dell'isolazionismo, ma la xenofobia era sentimento diffuso, quasi odio. Finisce l'epoca del proibizionismo, ma ormai il danno era fatto: la malavita imperversa. Quelli vengono ricordati come gli anni dei Gangster! In questi anni agisce Luca Torelli alias Torpedo, un gangster. Lo si capisce subito, da come veste!
Attenzione, però: Torpedo non è un duro. Vorrebbe farlo credere:
ne ha l'aspetto, ha delle ragazze ben messe che gestisce da macho, ha perfino la sigaretta da duro
sempre incollata sulle labbra, ma fare il duro proprio non gli riesce. Qualsiasi crimine architetta non gli va come
sperava, si impegna ma è un gangster mediocre, imperfetto.
Torpedo è un duro … di comprendonio. Meno male che la fortuna lo
assiste un po'. Se no! E’ comunque un grande bastardo, deve esserlo per sopravvivere nell’America degli
anni ‘30.
Torpedo vorrebbe essere un fumetto d’avventura noir (genere gangster)
ma è troppo umoristico. E’ una serie di storie dove le situazioni grottesche,
ironiche e violente vengono rese
più reali dal tratto espressivo del disegno.
L'aspetto, per farlo apparire più
duro e più sporco possibile, insegue Clint Eastwood, ma coi tratti
del volto più scavati, aquilini, anche se Torpedo è un "merlo". Il personaggio, carico
di paradossi e stereotipi estremi, esplode in
tutto il suo realismo e la sua espressività!
Torpedo è un personaggio di grande potenzialità. Attrae il lettore, raccontando
le (dis)avventure di un gangster che crede ( o deve) essere un duro ma che duro
non è! E’ così ottuso da far in modo che
ogni suo piano gli si rivolti contro. Arriva addirittura a bere dal bicchiere
dove, lui stesso, aveva versato il sonnifero per la sua vittima. Stupido com'è
si butta lo stesso nell'agguato all'obbiettivo
da far fuori, ma finisce a terra addormentato nel bel mezzo del casino
successivo.
Torpedo
spezza altri schemi narrativi del suo tempo: non c'è la suspense del noir, ma quella
della sorpresa narrativa. I colpi di scena si inseguono fino alla fine. Torpedo non ha dubbi; spara. E’ un elaborazione
realistica di Fearless Fosdick (anche lui spara a tutti). Non ci sono momenti
dove il personaggio esiti o si lasci andare a riflessioni o filosofiche. Torpedo è un caprone violento, cattivo, amorale
e cinico: questo è il suo punto di forza. Di buoni ce ne sono veramente troppi. Torpedo spara e uccide senza alcuno scrupolo. Anche quella punta di ironia sempre presente ci mostra che il mondo è cattivo. Se spari vuoi
uccidere! E se lo vai devi aspettarti una pallottola di saluto!Torpedo spesso ci perde piuttosto che guadagnarci, ma
almeno resta vivo. Però non capisce (un tubo) e si incazza ancora di più. La sua pervicace insistenza verso il delitto è il risvolto umoristico: del resto il lieto
fine non esiste nelle vicende di Torpedo. Nel leggere Torpedo non cercate l’happy
end, è uno spasso, ti sembra di non averne mai abbastanza e della fine non t’importa.
Guardate come l'idiota sevizia la ragazza nella vasca da bagno!
I disegni di Jordi Bernet (subentrato, per fortuna, a Toth) lo hanno reso celebre: le sue tavole sono dinamiche, realistiche, paradossali … gustose. E' un antieroe gigante, venuto anni prima che, col Batman di Frank Miller, arrivasse il famoso revisionismo nel fumetto supereroistico. E' uno spasso per gli appassionati di gangster stories. Le trovate ironiche ai limiti del grottesco di Abulì ci sorprendo sempre. Storie non troppo complesse da seguire, ma concise ed efficaci anche dense di suspense narrativa.
(27-segue)
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