Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Trentesima parte
Alack Sinner
Elegante, raffinato, artistico ed espressionistico
fumetto noir. Personaggio assai triste e
angosciato (ha brutti ricordi, ci giurerei!), argentino di nascita
trasferitosi a New York, dove ha fatto (non si capisce come) il poliziotto di New York city, Alack (se traduci
dall’inglese: ahimè) Sinner appare freddo, cinico e cupo. Il suo
viso è segnato da chissà che cosa, ma fa subito intendere che quell’uomo è ossessionato,
meditabondo bazzica, come altri di quel quartiere trasandato, un abbeveratoio della
zona, il Bar di Joe.
Gli autori, Carlos Sampayo e José Munoz (autoritrattisi
nella copertina), sono due esuli argentini, che dal 1970 vivono in Europa, ma
hanno scelto come location per Alack, detective privato atipico, nipote di
Philip Marlowe e Sam Spade, New York.
Sono partito da due immagini “improprie”: una in tricromia
di freddi colori acidi e l’altra in caldi colori pastello. Il mondo di Sinner è in realtà solo bianco e nero,
tavole dense di nero e di violenti contrasti di luce, luce che sembra scaturire da squarci nella pece. Non mi sembra gli si faccia un buon servizio
a colorarlo, riprendo allora da un'immagine natalizia che ben lo rappresenta.
Per capire Sinner, basta leggere le storie. A poco a poco, il doloroso passato di Alack si rivela: la sua ragazza
lasciata nell’Argentina di Peron, il successivo doloroso esilio, il padre quasi
dimenticato. Originariamente una serie piuttosto standard, anche se con toni
un po’ più scuri e cupi rispetto alla
maggior parte dei fumetti noir. Ben presto si è evoluto ed è diventato la cronaca
della dura vita di un detective privato un
po’ border line e certo poco baciato dalla fortuna. Le storie testimoniano il
mondo pieno d'inferno che c’è intorno a lui. Quando te ne rendi conto, cominci a
smettere di fissare Sinner negli occhi ma guardi alle sue spalle e scopri la desolazione
urbana.
Alack Sinner è tormentato da ossessioni profonde, il suo disprezzo per i piccoli violenti criminale, per i poliziotti corrotti, ma soprattutto per
gli avvocati avidi con cui ha a che fare quasi quotidianamente non gli
recupera tranquillità e non gli rende la vita più facile.
Siamo di fronte a una delle storie più suggestive
raccontate a fumetti. Grondano del dolore di un uomo che cerca di
giustificare e fare i conti sia con il suo passato, che col presente, non certo
rasserenante. Un'opera d'arte che coglie perfettamente lo
stato d'animo, pieno di ombre e di tenebre E’ popolata da personaggi che sembrano essere fuggiti dal
baraccone dei fenomeno del circo, direi che sotto certi aspetti può sembrare molto
lombrosiana, ma ci si accorge che è invece una puntigliosa ricerca delle icone del
male.
Tutto si
svolge in una mitica New York fin troppo iconica. Probabilmente ha più a che fare con i film degli
anni ’40, che con quella reale. Nella Grande Mela, presumibilmente, i creatori non c’erano mai
stati quando hanno iniziato la serie. E ora
New York ha molto trasformato quei quartieri. Il panorama urbano è la parte più
discutibile della serie, ma se si sta al gioco è perfetto.
Un’ultima notazione.
Le due tavole che ho riportato sono l’inizio di una storia. Ammirate come gli autori
ci trascinano nel mondo di Alack Sinner con rapidi cambiamenti d’inquadratura. Senza
accorgertene ti ci trovi proprio nel mezzo!
(30- continua)
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