La signora di Shanghai
(The Lady from Shanghai)
di Orson
Welles
con Rita
Hayworth, Orson Wellws, Everett Sloane
Orson
Welles tra avventura, passione e delitto …
La trama. A New
York in Central Park a tarda sera, il marinaio e avventuriero irlandese, Michael O'Hara
(Welles), salva da un'aggressione l'avvenente Elsa. Una bellezza che gli mozza il fiato. Il marito della donna è
Arthur Bannister, avvocato ricco e famoso, ma parzialmente disabile e molto più
vecchio di lei. Bannister assolda il marinaio per farsi trasportare (lui, la
moglie e Grisby, suo socio) su uno yacht a San Francisco con, attraversato il canale di panama, tappa ad Acapulco.
Stregato dalla
gelida Elsa che rivede sdraiata, sensualmente abbandonata, sulla tolda del panfilo di Bannister, Michael
accetta. Ha in testa un'idea fissa: poter intrecciare una relazione con lei e
portarla via dal vecchio marito. Grisby, il socio di Bannister, ha intenzione
di fuggire su un'isola dei mari del sud e rifarsi una vita; pertanto propone a
O'Hara un complicato progetto di doppio gioco, basato su un omicidio simulato:
in cambio di una somma di denaro, O'Hara deve fingere di averlo ucciso e assumersi
la responsabilità del crimine, con la garanzia di venire scagionato per la
mancanza del cadavere … ma non andrà a finire così!
Welles, qui più regista
che attore, recita con sufficiente professionalità, ma appare un tantino impacciato. Su tutti lei! Elsa, dark lady,
fatale e ambigua è il cardine della vicenda. La sua subdola ambiguità è esaltata
da un gioco di specchi che il regista usa in modo sapiente. Ma alla Columbia non
bastò, il produttore (Harry Cohn) volle altre scene dove si mostrava Rita in tutta
la sua sconvolgente bellezza!
La pellicola, con
crudezza e realismo, ritrae un mondo dominato da avidità e cinismo, popolato da avidi accaparratori. Vale per tutte
una famosa battuta di H’Hara a metà del film: “Quando il mio pescecane potè liberarsi dall’amo, aveva una larga ferita
dalla quale perdeva sangue e forse l’odore del sangue eccitò gli altri. Cominciarono
a divorarsi fra di loro … e persino a mordersi da soli, si sentiva nell’aria la
follia del sangue che saliva fino a noi: un cupo alito di morte gravava tutto intorno”.
Riletta oggi (ne abbiamo viste ditutte e di più) appare un po' ridicola, ma allora funzionava. Non ci si aspetti, però, un contesto metropolitano. I personaggi ne sono specchio. Come dicevo, in questa storia il gioco degli specchi rappresenta e travisa la reltà.
Riletta oggi (ne abbiamo viste ditutte e di più) appare un po' ridicola, ma allora funzionava. Non ci si aspetti, però, un contesto metropolitano. I personaggi ne sono specchio. Come dicevo, in questa storia il gioco degli specchi rappresenta e travisa la reltà.
Voto ****/5
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