mercoledì 27 febbraio 2013

Il gufo giallo (54)


Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Libro n. 54
Luce virtuale     
William Gibson
Mondadori

 

 

Un thriller fantascientifico che è invecchiato presto

 

Quando lessi per la prima volta Luce Virtuale mi occupavo, per motivi professionali di Realtà Virtuale. Ne ero esaltato in quanto mi sembrava il tema da affrontare negli anni a venire. Non avevo completamente torto second life era alle porte.

Gibson era in quel periodo molto di moda, ma oggi bisogna chiederci “cosa resta della sua saga?”. Cerchiamo di capirlo con un minimo di comprensione (o pietas) letteraria.  

Ripreso in mano oggi si capisce che è un romanzo di transizione, qui si comincia a vedere l'accentramento dei luoghi e dell'atmosfera eterea a scapito della tecnologia e della sua compenetrazione con l'uomo.

C'è una cosa da premettere: Gibson sa costruire suspense.  Il suo modo di raccontare seduce, affascina e coinvolge, ma … C’è un ma. E' necessario concedergli la guida, bisogna  sintonizzarsi sulla sua lunghezza d'onda, il desiderio di sapere tutto e subito va messo da parte. Insomma, si dilunga  un po’, si sofferma in descrizioni complesse e articolate che annoiano, anche se poi si scopre (senza gratificazione) che  sono  sempre funzionali allo svolgersi della storia, oltre che per la necessaria messa a fuoco dei luoghi degli eventi che, in questo caso, sono quelli classici della letteratura cyperpunk: oggi quasi in agonia. E’ un thriller noir:  indugia infatti sui lati negativi di ogni cosa: personaggi, contesti sociali ed eventi vengono descritti con occhio sardonico. Si nota anche un eccesso di compiacimento nel rimestare nel torbido e nell'individuare tutti i degradi possibili che il genere umano può - volontariamente o meno - raggiungere.
La storia è però esile, un’impalcatura che non regge,  poteva essere chiusa con   sessanta  pagine in meno, ma la sintesi non è la virtù di Gibson. Il finale, dopo tanto gonfiare, alfin s'ammoscia.

Allora si poteva capire, oggi no: resta in bilico tra i gadget techno e la storia. Nonostante questo noto una grossa lacuna. Peccato che non venisse detto molto riguardo ai fantomatici occhiali "a luce virtuale" che sono gli oggetti del desiderio su cui ruota tutta la vicenda. Ora sta per metterli in commercio Google: sarebbe stato interessante un riscontro.  

 

Voto ***/5

 

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