Il diritto di uccidere (In
a Lonely Place)
di Nicholas
Ray
con Humphrey
Bogart , Gloria Grahame, Frank Lovejoy
L’ossessivo tarlo del dubbio.
La trama è
molto semplice: Dixon Steele (Bogart) è uno sceneggiatore cinematografico
caduto in disgrazia. Creativo e brillante ma soggetto a scatti d'ira violenti,
è alla continua ricerca di storie interessanti da adattare per lo schermo. Accusato
ingiustamente dell'omicidio di una guardarobiera, nel corso delle indagini
svolte dalla polizia, Dixon conosce Laurel (Grahme), una nuova e avvenente
vicina di casa che testimonia in suo favore.
Tra i due
nasce una storia d'amore, ma quasi subito nella donna si insinua un dubbio: è venuta a
conoscenza di inquietanti precedenti di violenza di Dixon. Nella donna si fa strada il sospetto
di avere accanto un uomo pericolosamente violento. Sempre più terrorizzata dai
suoi modi impulsivi, non sa sottrarsi alla sua corte perché teme di
contrariarlo ma, nel corso di una discussione che diventa via, via più animata,
prende coraggio e gli rivela la sua sfiducia. Dixon ha una reazione
incontrollata e …
Molto apprezzato
dalla critica, il film non ottenne successo all'uscita nelle sale. Prodotto
dalla casa indipendente gestita dallo stesso Bogart, prevedeva come
protagonista femminile Lauren Bacall, già da qualche anno moglie di Bogart. Invece
la Warner, temendo di perdere mercato a favore delle produzioni indipendenti,
non l’autorizzò. Si dovette ripiegare su Gloria Grahame, moglie di Nicholas Ray,
ma già allora in procinto di divorzio.
All’inizio degli
anni settanta, la critica (soprattutto francese) riscoprì il film e, oltre ad
esaltarne le indubbie qualità del regista, rivalutò la prova di recitazione di
entrambi i protagonisti. Nel 2007 il film venne scelto per essere conservato nel
National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Sul tema della violenza nei rapporti umani, che gli era
caro, Ray ha diretto uno dei suoi film più intensi, originali e
"puri". Una bella metafora sulla tensione, anche drammatica, della creazione
artistica. Ammirevole, anche se è solo un noir dell’inconscio, per il gusto di mescolare temi, forme e personaggi
popolari, con aspirazioni più colte, fino a ottenere un mix perfetto che vede come
legante il dubbio. Il volto della Grahme è un’icona della donna tormentata dal dubbio.
Voto ***1/2/5
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