mercoledì 6 marzo 2013

Lanterna gialla (54)

Film n. 54





Finalmente domenica! ( Vivement dimanche!)
di Francois Truffaut 
con   Jean Louis Trintignant,  Fanny Ardant,

 

Un divertissement rosa-noir
La trama. Benché ormai licenziata, Barbara (Ardant), intraprendente, dinamica e volitiva segretaria di Julien Vercel (Trintignant), impresario impacciato e nevrotico di un'agenzia immobiliare a Hyères, toglie dagli impicci il principale, sospettato di tre omicidi, tra cui quello della moglie e dell'amante di lei. Nel corso delle indagini, condotte da Barbara in modo un po’ incosciente, tra i due scoccherà la fatale scintilla d'amore.
Secondo i critici e gli esegeti, quest'ultimo film di Truffaut è un omaggio ai b-movie noir americani degli anni '50. Io mi permetto di trovarci anche alcune atmosfere di Complotto di Famiglia di Alfred Hitchcok.  
Per riprodurre il clima dei b-movie B&W, si serve, coraggiosamente, del bianco e nero, affidato alla fotografia di Nestor Almendros, con cui aveva girato il suo ultimo film in b/n, Il ragazzo selvaggio.
Ma la personalità del regista prevale sull'ossequio di maniera al genere noir. Nessuna dark lady, anzi la protagonista, sincera e quasi ingenua, è dalla parte della legge, mentre la donna che ha innescato la catena di omicidi (che si suppone dark) è una delle prime vittime. Nessun senso di un inesorabile destino incombente, ma una levità resa ancora più godibile dall’ironia.



Progressivamente, tra scenografie e situazioni improbabili, il film scivola verso la commedia grottesca. La scena trappola, di rigore in un action movie, vede il responsabile degli omicidi, messo sotto pressione, mettersi a fumare due sigarette contemporaneamente.
Da ricordare anche l’uso della torre Eiffel (si veda la compiaciuta locandina!) come corpo contundente! Molti se ne entusiasmano, ma io nella confusione della mia memoria, ricordo un film americano del ’40 dove era già stata brandita.
Le ultime immagini lasciateci da François Truffaut, mentre scorrono i titoli di coda, sono quelle dei piedi dei bambini del coro che, mentre si celebra il matrimonio del personaggio interpretato da Fanny Ardant, incinta del figlio del regista, giocano col coperchio di una macchina fotografica. Estrema e sincera dichiarazione d'amore per il mondo dell'infanzia. Meno sincero mi appare il film, che alla fine risulta troppo costruito e Trintignant ne soffre: appare molto impacciato rispetto alla Ardant, ma lei giocava in casa!

Voto ***1/2/5

Nessun commento:

Posta un commento