Black Dahlia (Black Dahlia)
di Brian De Plama
con Josh Hartnett, Scarlet Johansonn,
Aaron Eckhart, Hilary Swank
Un
incubo da rimuovere
Nel gennaio del
1947 due poliziotti di Los Angeles, entrambi ex pugili, Lee Blanchard e Bucky
Bleichert si trovano ad indagare sul misterioso e crudele omicidio della
giovane Elizabeth Short. La ragazza, aspirante attrice originaria di Boston,
soprannominata Dalia nera per la sua abitudine di vestirsi con tale
colore, viene trovata uccisa con il corpo brutalmente martoriato.
Mentre la
relazione di Blanchard con la sua ragazza Kay viene messa in difficoltà
dall'impegno ossessivo dell'agente nelle indagini, il suo compagno Bleichert si
scopre attratto dall'enigmatica Madeleine Linscott, figlia di uno degli uomini
più importanti della città, che non è del tutto estraneo alla vicenda. … Mi fermo
qui perché la trama è molto complessa.
Si tenga
presente che è una storia vera. Il cadavere della Short fu rinvenuto tagliato in
due! Non riporterò le immagini, mi limito a proporre (per stomaci forti il
link: http://heulnicht.blogspot.it/2011/02/elizabeth-short-die-wahre-schwarze.html
).
De Palma si esprime
con la sua solita eleganza geometrica, regalando alla sua storia un altro
superlativo scavalcamento a scoprire (ripreso da Sergio leone, direi), dietro
le palazzine di Los Angeles, il corpo straziato della sua Dalia. La Dalia di cui
si dice fosse ossessionato Elroi.
L' evento segnò la sua vita, fu un caso di omicidio rimasto irrisolto, ed avvenne a poca distanza da dove il giovane Ellroy abitava. Guardate le foto della vittima e capirete perché!
L' evento segnò la sua vita, fu un caso di omicidio rimasto irrisolto, ed avvenne a poca distanza da dove il giovane Ellroy abitava. Guardate le foto della vittima e capirete perché!
Purtroppo la narrazione
s’inceppa quasi subito e il regista mostra d’aver smarrito la sua straordinaria
capacità narrativa. Raffinato esteta della messa in scena, De Palma tradisce
un'imbarazzante, perché inspiegabile, mancanza d'intenti. Lo straordinario
romanzo di Ellroy, necessariamente compresso in centoventi minuti e liberamente
aggiornato nel suo epilogo, investiga su un crimine restituendo l'affresco di
un'epoca, quella del dopoguerra, e i ritratti degli uomini e delle donne che lo
avevano subito o agito. Il film è incapace di prendere una direzione esplicita
e finisce per scontentare sia i lettori del romanzo, questo è congenito, sia
coloro che ignorano le pagine di Ellroy, questo è invece spiacevole. Il
racconto è lacunoso: troppe omissioni o troppe informazioni, troppe piste
intraprese e poi smarrite, sprecate in un finale spiegato in due battute.
I punti di
forza, come quelli lirici ci sono e non mancano di incantare: la Los Angeles
fine anni Quaranta ricostruita in Bulgaria da Dante Ferretti; la straordinaria
Dalia di Mia Kirshner, fragile e vulnerabile, seducente e civettuola. Su tutti l'interpretazione di Aaron Eckhart, farabutto
e gentiluomo, che toglie ogni speranza al più giovane (vedi foto sopra) e
immaturo Josh Hartnett.
Voto ***1/2/5
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