Mildred Pierce ( Il romanzo
di Mildred )
di Michael
Curtiz
con Joan
Crawford, Jack Carson, Ann Blyth
Un noir trascinato nel melò
Il
soggetto del film è tratto da un romanzo di James M. Cain (La fiamma del peccato
e Il postino suona sempre due volte): credo si potesse anche far meglio! Alcuni lo considerano un noir introspettivo. Io lo vedo più melò.
Lo capirete anche dalla trama. Mildred Pierce, tornando a casa, trova sua figlia Veda con due
poliziotti, i quali la informano dell'omicidio del suo secondo marito Monty
Beragon.
Mildred
va al commissariato. Appena arrivata,
viene subito rimandata a casa poiché la polizia ha già individuato chi potrebbe
essere l'assassino: Albert, ovvero il primo marito di Mildred. I poliziotti
accusano Albert pensando che abbia ucciso Monty per gelosia, ma la donna
dichiara che Albert non aveva mai ostacolato la nuova relazione e perciò non
può essere lui ad aver ucciso Monty.
Mildred,
per convincerli, racconta ai poliziotti la sua esistenza, a partire dal giorno
della separazione con Albert fino a quel momento. Flashback di quattro anni. A
quel tempo Mildred abita insieme ad Albert in una casa più piccola e modesta e
fa la casalinga. Suo marito è socio di un'agenzia immobiliare insieme a Wally
Fay. Un giorno però l'agenzia inizia ad avere calo di vendite e così Albert
decide di rompere la società con Wally, licenziandosi dal lavoro. Non appena
Albert torna a casa riceve una telefonata da una sua amica. Mildred capisce che
Albert la sta tradendo e così gli dà l'ultimatum: o lei, o la sua amica. Albert
preferisce l'amica e perciò viene mandato via di casa da Mildred.
Rimasta
sola con le figlie Veda e Kay, per poter andare avanti Mildred va a lavorare.
Trova impiego in un caffè - ristorante la cui titolare è Ida Corwin, di cui
diventa grande amica. Dopo mesi e mesi di intenso lavoro, Mildred e Ida
decidono di aprire un nuovo ristorante. Quando acquista il locale, Mildred fa
conoscenza con il proprietario dell'edificio, ovvero il già nominato Monty
Beragon, un ricco possidente di terreni …
Qui
mi fermo, perché è la parte più “gialla” o noir! Un film cult (la Crawford si guadagnò
l’Oscar) che poteva esser un magnifico noir, ma che s’impantana spesso nel melodramma.
L’ho rivisto in un’edizione non restaurata, con la pellicola tendente ormai al verde bottiglia (lo stesso verde della locandina!).
Non nego il fascino, ma alla lunga mi stancava.
Voto
***1/2/5
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