lunedì 2 dicembre 2013

Lanterna gialla (64)

   Film n.  64

 
 
Night and the City ( I trafficanti della notte)
di Jules Dassin  
con   Richard Widmark, Gene Tierney, Googie Withers   
 

 
Storia di un perdente
Harry Fabian, equivoco avventuriero dall'oscuro passato, spera di diventare qualcuno organizzando in un night-club di Londra incontri clandestini di lotta greco-romana. Mal gliene incoglie: pesta i piedi a un padrino della malavita. E' considerato il miglior film americano ( girato e ambientato a Londra a causa del maccartismo) di Dassin, regista con la vocazione della violenza, apostolo della ribellione, cultore dell'energia individuale.
 

È, a detta della critica, una delle vette del cinema noir per i caratteri del protagonista, un perdente dominato dal destino, cinico e baro, a cui progressivamente soggiace. Di estremo interesse la descrizione irrealistica di Londra, calata nell'ombra e nella bruma, eccellente l'uso della fotografia (Max Greene) e della musica (Franz Waxman).
Location angosciante, una Londra cupa e notturna, labirintica e tentacolare, asfissiante e claustrofobica. Così si accentua il dramma e la caduta agli inferi del protagonista: sembra quasi che la fatalità sia parte dell'aria che lì si respira. La pesante atmosfera avvolge Harry come miele (Così direbbe il poeta). La melassa lo rende impotente fino a distruggerlo, stritolandolo nei meccanismi della metropoli.
Da notare (vedi foto) le improbabili giacche con cui viene vestito il protagonista. Ben poco inglesi e ancor meno eleganti. A quadri così vivaci da fare a cazzotti con la cupa atmosfera; quasi a voler sottolineare che il film, in realtà, doveva esser girato a New York. Un segnale di ribellione del "comunista" Dassin, che si concede  un acuto e sottile riferimento a "Un americano alla corte di re Artù", piombato in Inghilterra suo malgrado.
Poco sfruttato il potenziale "dark side" di Gene Tierney.
 
Voto ****/5
 

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