mercoledì 12 febbraio 2014

Lanterna gialla (69)


   Film n.  69

Un maledetto imbroglio ( --- ) 

di Pietro Germi  
con   Pietro Germi, Claudia Cardinale, Nino Castelnuovo, Aldo Giuffrè, Eleonora Rossi Drago




Un brutto pasticcio, anzi un pasticciaccio!
Il commissario Ingravallo indaga su un furto, ma presto si trova alle prese con un assassinio. I due crimini sono collegati e lui, dotato di umanità quanto di acume, lo intuisce presto. Un caso ingarbugliato, ma lo risolve a modo suo. Non facile e perciò ancora più apprezzabile, robusta trasposizione di uno dei maggiori romanzi del '900 italiano, Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, di Gadda. Al non-finale del libro Germi, non insensibile al mercato, sostituisce una soluzione verosimile, trasformando il delirio metafisico di Gadda in un semplice giallo.
Così la pensano in molti, ma io  credo che sia un noir e che si sentano le influenze francesi e anche quelle espressioniste. La vera protagonista di questo giallo è Roma. La fotografia di Barboni rende la capitale cupa e misteriosa e la sua presenza viene avvertita in tutto il film come se essa fosse un mostro sonnecchiante, un involucro pieno di chissà quali mostruosi segreti.
In questa capitale, non ancora "ladrona" ma cupa, contrastata da luci abbaglianti e ombre profonde, s'aggira il dottor Ingravallo (un fantastico Pietro Germi) che si prende sulle spalle tutto il peso del film e la sua personalità forte e carismatica, ma portatrice di dubbi esistenziali, cattura subito lo spettatore e crea una suspense che definirei da ricercatore... che trova, passa  e va.

  
Ottima la scelta dei luoghi, s'intuiscono, ma non sono "cartoline": un angolo, la vista di una strada, la gente passa e va, da un androne o di una piazza da una finestra. Magistrale l'impianto corale delle figure di contorno. Nel cast, la non ancora ventenne (siamo nel '59, tre anni dopo interpreterà Il gattopardo) Claudia Cardinale, irrompe e domina fisicamente la scena con la sua bellezza lancinante.
La canzone finale di Rustichelli, "Sinnò me moro", cantata da Alida Chelli (figlia del musicista) è una ferita nell'anima: "Amore,amore,amore, amore mio, in braccio a te me scordo ogni dolore... famme resta' co' tte sinno' me moro, famme resta' co' tte sinno' me moro!" 

Voto ****/5
 

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