La seconda signora
Carroll (The two Mrs. Carrolls)
di Peter Godfrey
con Humphrey Bogart, Barbara Stanwych,
Nigel Bruce
Un quartino di latte, un po' di veleno, tre chiamate
ansiose al telefono, un amico giuggiolone e un marito satanico. Gli ingredienti
sono giusti e gli attori superbi, ma si può sbagliare anche una zuppa di verdura
alla paesana!
La trama. Pittore
folle uccide la moglie col veleno dopo averla ritratta in una tela che annuncia
la sua fine imminente. La passa liscia, si risposa con un'altra donna e prova
subito a modellarla in un altro quadro, ma nel frattempo s'innamora di una
giovane vicina di casa.
Quando decide di uccidere anche la seconda moglie,
lei scopre la trappola e lo inchioda con l'intervento della polizia. Ruolo
atipico, se non ambiguo per Humphrey Bogart, sicuramente fuori dal suo cliché
consuetudinario, Anche se sempre col trench addosso, quindi sprecati lui e l'impermeabile.
E' comunque un thriller a tratti avvincente, almeno
nell'impostazione, che ricalca l'omonima comedy in due atti di Martin Vale
(scritta nel 1931 e in cartellone a Broadway per 3 anni, dal 1943 al 1945), da
cui è tratto. Pressato in una continua rincorsa al colpo di scena, obbliga gli attori
a uno smisurato esercizio teatrante, attraverso personaggi mai approfonditi
nella loro vera essenza. La regia di Peter Godfrey non è all'altezza per due
calibri come Bogart e la Stanwyck. Coinvolge al massimo solo nel finale.
Prodotto da Mark Hellinger, che tentò a più riprese di non farlo uscire nelle
sale, ma dovette cedere dietro forti pressioni di Jack Warner.
Da ricordare la presenza del Dr. Watson! Non si chiama Watson, ma dottore è. Lo impersona Nigel Bruce il migliore nei panni del sodale di Holmes. Qui deve fare un po' lo svampito. Che s'ha da fa' pe' campa'!
Voto ***/5
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