Film n. 71
Processo alla città (-
- - )
di Luigi Zampa
con Amedea Nazzari, Paolo Stoppa, Silvana Pampanini, Franco Interlenghi
Legal
thriller all'italiana
Un ottimo film del 1952. Sarebbe da considerare anche sotto
altri aspetti, artistici, stilistici e registici, qui mi limiterò solo a quelli con risvolti gialli, ma è una grossa
forzatura, come, volutamente, il mio titolo.
La trama. Sulla spiaggia di Torre Annonziata viene ritrovato il cadavere di Gennaro
Ruotolo e, successivamente, quando un Carabiniere si reca a casa
dell’uomo a Napoli, viene rinvenuta uccisa anche la moglie, Emilia Vecchioni.
Le indagini della Polizia, condotte dal delegato Perrone (Stoppa bravissimo nell'apparire
ottuso e tignoso), si infrangono contro un muro di omertà. Il Giudice Antonio Spicacci (un
Nazzari gigantesco e convincente), magistrato integerrimo e impegnato nel
lavoro al punto da trascurare gli affetti famigliari, si trova pertanto davanti
ad una ipotesi di archiviazione. Ma questa conclusione non lo convince e trova
nel Procuratore del Re un incoraggiamento a continuare l’inchiesta.
L’indagine arriva ad una svolta inaspettata quando
casualmente Spicacci e Perrone arrestano un piccolo malvivente, Luigi Esposito (Interlenghi),
e si accorgono che egli si trovava nella località in cui è avvenuto il delitto...
Questo diciamo è solo l'inizio. La storia, tratta
da un vero fatto di cronaca si sviluppa in modo molto più complesso. Il soggetto del film fu elaborato su iniziativa di
Francesco Rosi che aveva trovato su una bancarella due libri, introvabili, sul processo Cuocolo. Era un’idea stimolante che già circolava nel cinema. Per nessun
intellettuale napoletano era un fatto sconosciuto.
Luigi Zampa, in
una dichiarazione rilasciata in occasione del festival di Locarno del 1952, descrive
l’opera come un noir, ma senza usare quella parola: « E' la storia di una istruttoria giudiziaria, che
presenta la visione di un ampio retroscena umano e sociale. Per quanto l’azione
sia fissata in una determinata epoca – i primi anni del ‘900 – lo sviluppo
della vicenda coglie situazioni e condizioni tutt’altro che sorpassate». Di noir
ancora, in Italia, si parlava poco, meglio, resta solo un gran bel film!
voto ****1/2/5
Nessun commento:
Posta un commento