martedì 25 febbraio 2014

Lanterna gialla (71)


 Film n.  71
Processo alla città (- - - )   
di  Luigi Zampa
con Amedea Nazzari, Paolo Stoppa, Silvana Pampanini, Franco Interlenghi



Legal thriller all'italiana
Un ottimo film del 1952. Sarebbe da considerare anche sotto altri aspetti, artistici, stilistici e registici, qui mi limiterò solo a quelli con risvolti gialli, ma è una grossa forzatura, come, volutamente, il mio titolo.
La trama. Sulla spiaggia di Torre Annonziata  viene ritrovato il cadavere di Gennaro Ruotolo e, successivamente, quando un Carabiniere si reca a casa dell’uomo a Napoli, viene rinvenuta uccisa anche la moglie, Emilia Vecchioni. Le indagini della Polizia, condotte dal delegato Perrone (Stoppa bravissimo nell'apparire ottuso e tignoso), si infrangono contro un muro di omertà. Il Giudice Antonio Spicacci (un Nazzari gigantesco e convincente), magistrato integerrimo e impegnato nel lavoro al punto da trascurare gli affetti famigliari, si trova pertanto davanti ad una ipotesi di archiviazione. Ma questa conclusione non lo convince e trova nel Procuratore del Re un incoraggiamento a continuare l’inchiesta.

L’indagine arriva ad una svolta inaspettata quando casualmente Spicacci e Perrone arrestano un piccolo malvivente, Luigi Esposito (Interlenghi), e si accorgono che egli si trovava nella località in cui è avvenuto il delitto...
Questo diciamo è solo l'inizio. La storia, tratta da un vero fatto di cronaca si sviluppa in modo molto più complesso. Il soggetto del film fu elaborato su iniziativa di Francesco Rosi che aveva trovato su una bancarella due libri, introvabili, sul processo Cuocolo. Era un’idea stimolante che già circolava nel cinema. Per nessun intellettuale napoletano era un fatto sconosciuto.  
Luigi Zampa, in una dichiarazione rilasciata in occasione del festival di Locarno   del 1952, descrive l’opera come un noir, ma senza usare quella parola: « E' la storia di una istruttoria giudiziaria, che presenta la visione di un ampio retroscena umano e sociale. Per quanto l’azione sia fissata in una determinata epoca – i primi anni del ‘900 – lo sviluppo della vicenda coglie situazioni e condizioni tutt’altro che sorpassate». Di noir ancora, in Italia, si parlava poco, meglio, resta solo un gran bel film!

voto ****1/2/5



 

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