mercoledì 11 giugno 2014

Matematica e gialli (app - III)


La Matematica dei  gialli
ovvero

formule grondanti sangue


Appendice - parte III
 

Lancelot Priestley e altri


Poe è il precursore del genere giallo. L'investigatore Auguste Dupin,   è il padre putativo di Sherlock Holmes e nonno (o capostipite) di una lunga e ricca serie di detectives che basano le loro indagini sul ragionamento,  sulla logica e sul metodo matematico. L'elenco potrebbe annoiarci per pagine.
Alla fine dell'800 e nel primo ventennio del '900 il culto del detective ragionatore, capace di districare con la logica ogni problema, raggiunge talora livelli esagerati. Colpa dell'industrializzazione d del progresso scientifico.
Emblematico è il caso del professor Augustus Vari Dusen, protagonista di una serie di racconti e romanzi di Jacques Futrelle. Dalla lettura delle sue imprese, apprendiamo che, oltre ad aver ottenuto una serie pressoché interminabile di titoli e riconoscimenti accademici, il professore si è meritato il soprannome di Macchina Pensante "in seguito alla strabiliante prova da lui data nel corso di un torneo di scacchi, quando aveva dimostrato che, grazie alla forza della logica, una persona totalmente digiuna di quel gioco era in grado di sconfiggere un campione che aveva dedicato tutta la sua vita a studiarlo". Il metodo del professore consiste nell'impostare e considerare ogni problema come se si trattasse di un'equazione matematica. In questo modo riesce, ad esempio nel racconto Il problema della cella n. 13 (The problem of cell 13), pubblicato nel 1905 e recentemente ristampato anche in Italia, ad evadere brillantemente da quello che oggi chiameremmo un carcere di massima sicurezza, in cui si era fatto rinchiudere per scommessa, proprio per dimostrare di saperne scappare.
Ma c'è anche il caso di un investigatore che è addirittura un matematico di professione (anche se ormai ritirato a vita privata): il professor Lancelot Priestley (nel disegno sopra), personaggio dovuto alla fantasia di John Rhode. La formazione matematica e la conseguente capacità logica molto lo aiutano nelle indagini, anche se  il contenuto matematico delle sue avventure non appare, ahimé, particolarmente rilevante. Ad esempio, nel romanzo I delitti di Praed Street,   Priestley  combatte  un pericoloso e sfuggente serial killer; il buon esito dell'indagine sembra più dovuto al caso che non alle abilità di ragionamento dell'investigatore. Apprendiamo comunque che, durante l'inchiesta, il professor Priestley trova anche il tempo di "scrivere un libro che doveva accrescere ulteriormente la sua fama di scienziato" e cioè un'improbabile monografia su "Aspetti del pensiero Moderno", nella quale "l'illustre autore, con la stringente logica che gli era abituale, apriva larghe falle nella maggior parte delle meschine teorie della scienza ortodossa": del contenuto, però, di questi nuovi geniali orizzonti il romanzo non fa cenni significativi.



Ma, al di là degli eccessi ora descritti, dobbiamo prendere atto che un gran numero di polizieschi (e relativi protagonisti) privilegia lo sviluppo logico della storia ed un'indagine basata sulla finezza e sul ragionamento. Ad esempio in Morto che parla Nero Wolfe afferma che bisogna indagare basandosi sulla "intelligenza guidata dall'esperienza". Un modo per ricordare suo fido assistente Archie Goodwin che alla fine, anche se lui mena le mani alla fine è sempre la testa pensante (quella di Nero) che vince! C'è da credere, visto la sua abilità negli scacchi, che sapesse anche di matematica!
 

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