Giallo italiano
Il lungo esordio
1852-1969
(0-4)
L’interregno
1945
Alla fine
della guerra il “giallo” risorge dalle sue ceneri. Riappare in edicola, con la
Collana Giallo (pubblicazione periodica postbeellica), il glorioso Ezio
D’Errico con Non avrete la sua testa.
Qualche mese
dopo ne I Gialli Mondadori pubblica il suo ultimo romanzo: La nota della lavandaia. I gialli Mondadori seguendo il loro
destino marketing diventeranno Il Giallo Mondadori, collana occupata dagli stranieri ( inglesi e
statunitensi), per gli autori italiani i già tempi difficili diventano pessimi.
Tant’è che Re Giorgio, guardatosi intorno, abdica e furtivo si mette a scrivere
romanzi rosa e racconti per settimanali femminili. La sua penna è sempre
brillante: in breve diventa aurore stimato e apprezzato anche in quel genere.
Mentre la
collana de I Gialli Mondadori aveva sempre più successo grazie alla
direzione di Alberto Tedeschi, nacquero una pletora di imitatori. Collane,
collanine, collanucce, pseudo collane e collanacce sciatte, con autori di
risulta che, pur italiani, pubblicavano con improbabili nomi e cognomi
stranieri. L’incognito e l’esigenza della pagnotta, offrivano spazio e alibi
alla sciatteria, nessuno di questo gruppo fece uno sforzo per uscire dalla
routine, eccetto un ingegnere!
1946
Sì, ci
voleva un ingegnoso puntiglioso ingegnere, anzi
un genio, a pubblicare il capolavoro unico. Scritto subito dopo la fine
della seconda guerra mondiale, il romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
(prima pubblicazione nel 1946, in
volume solo nel 1957) di Carlo Emilio Gadda
(1893-1973) è un poliziesco "sperimentale" che va al di là dei
confini del genere: adoperando un linguaggio originale che mescola elementi
dialettali e lingua colta, Gadda si serve del giallo come strumento per
ritrarre la Roma del periodo fascista. Un linguaggio
difficile: pare che gli servì poco il lungo soggiorno a Firenze nei
pressi di Viale Mazzini. Certo meno che al Manzoni! Pure la trama, anche se intrigante
è intrigata. In ogni caso la soluzione è
irrisolta, ancora oggi ci si chiede chi sia stato.
1948
Come ho già
detto è un periodo oscuro per gli
italiani. La concorrenza di Poirot, Miss Marple, Sam Spade, Mike Hammer, Philip Marlowe, Nero Wolfe … è
sconfortante. Resta poco di quel periodo
e guarda caso, a cercare bene, lo si trova sempre ne I Gialli Mondadori.
Parlerò di tre autori che meritano rispetto per coraggio e ingegno: Giuseppe
Ciabattini, Sergio Donati e Franco Enna.
Giuseppe Ciabattini
era un autore di commedie radiofoniche, sperimentatore di linguaggio e
personaggi alternativi o, se preferite,
“più oltre”. Proprio per la radio creò uno strano tipo d’investigatore dotato
di una carica umana irresistibile: il barbone Tre Soldi. Questo simpatico e
acuto “senza fissa dimora” indagava con un Watson fuori dalle righe,
ma allineato: il barbone Boero.
Indaga suo malgrado
e controvoglia, ma risolve complicati omicidi. La sua capacità induttiva e
deduttiva è molto lenta, ma pur “lento
pede” non si pone limiti. I due gialli Tre Soldi e il Duca e Tre
Soldi e la donna di classe, sviluppo di due racconti sceneggiati alla
radio, presentano un intreccio perfetto e molta originalità. Non manca lo
humor, anzi ce n’è per tutti i gusti, sapientemente dosato e a supporto di
acute riflessioni sulla vita e la morte viste dai due clochard. Nonostante
questo il successo è limitato, il mito americano “un bacio e una pistola”
prevale e Tre Soldi cade alla svelta nel dimenticatoio.
Sergio Donati
si iscrisse a legge nel ‘55 , ma era destinato ad altre
glorie. Da studente iniziò a scrivere i suoi primi romanzi gialli: Il
sepolcro di carta e L’altra faccia della luna. Benché i romanzi avessero ottenuto un
discreto successo, Donati decise di abbandonare la scrittura di gialli e si
trasferì a Milano. Iniziò ben presto a fare carriera, e partendo da semplice
copywriter divenne tv producer.
Da lì in poi la carriera sarà tutta in discesa per
Sergio: ottiene infatti numerose richieste come sceneggiatore in diversi film,
che contribuiscono a farlo diventare un nome importante nel panorama italiano.
Riceve tra le altre una proposta da Sergio Leone per la sceneggiatura di Per qualche dollaro in più.
Il sodalizio con Leone durò diversi anni, e benché nei
primi due film in cui collaborò (Per qualche dollaro in più e il
successivo capolavoro, Il buono, il brutto, il cattivo. il suo
nome non comparisse tra gli sceneggiatori ufficiali, Donati acquisì sempre
maggiore notorietà nell'ambiente. Nei successivi capolavori di Sergio Leone, C’era
una volta il West e Giù la testa firmò finalmente anch'egli la sceneggiatura.
A prendere
il posto di Donati, a metà degli anni cinquanta arriva al giallo un nome
importante: Franco Enna. Uno che cambierà le prospettive del giallo italiano. Di lui paleremo nella prossima puntata.
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