Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Speciale n.8
Appendice 8: Dalla carta chinata alla
pellicola magnetica
parte II
Il nero italiano dell'horror notturno e tombale rispetto al nero
- rosso metropolitano allucinante e minaccioso di Frank Miller.
Dylan Dog
Quando, nel 1986 lessi il primo numero di
Dylan Dog (me l'aveva dato, con orgoglio, mio figlio) non sapevo se ridere o
piangere. Sorrisi, e basta. La storia era ben raccontata, con qualche lampo di
umorismo ammiccante (a chi? che ne poteva sapere mio figlio di Groucho Marx?),
ma così horror e gotica da temere che un ragazzino si potesse turbare
Poi arrivò il secondo e anche il terzo
albo... confesso di essermi appassionato. La qualità del disegno e quella delle
sceneggiature erano di un gradino sopra a Diabolik. Sempre meno di Tex, però!
Di film ce ne sono tre e mezzo. Quello mezzo è Dell'amore
della morte brutto film, tratto dallo scombinato romanzo di Tiziano Sclavi.
Dylan Dog: Dead of
Night è il film ufficiale, gli
altri son frutto di produzioni indipendenti con tutto quello che ne consegue
per la qualità. Se avete un paio d'ore da dedicare a Dylan è comunque meglio
rileggersi due albi. Con Dylan il mezzo caldo dopo quello freddo e senza un tepidarium
tradisce ancor di più!
Sin City
Fumetto d'autore
(e che autore!), al di fuori della produzione
mainstream americana, arriva in Italia solo nel 1992. Attorno all'opera di Frank Miller si creò
una sorta di "culto" (eppure chi aveva letto Il cavaliere oscuro lo sapeva), che dura ancora.
Al primo episodio, che ha riscosso
subito un notevole successo, hanno fatto seguito diverse altre storie di
lunghezza variabile. Dal '93 al 2000 si contano almeno quattro miniserie (poi
raccolte in volumi), una Graphic Novel e numerosi racconti brevi (anch'essi
raccolti in volume).
Nel
2005 il film. Tutto il progetto cinematografico si è svolto sotto la
supervisione di Frank Miller, che è anche co-regista e co-sceneggiatore. Rimasto affascinato dal progetto del regista
Rodríguez, da sempre un grande fan del fumetto, ha però voluto
"esserci" e si vede. Oltre a Miller e Rodríguez, è accreditato alla
regia anche Quentin Tarantino come «Special Guest Director», che ha diretto le
sequenze in macchina.
Un
bellissimo film, con scelte d'avanguardia, ma di una noia mortale: i
personaggi, infatti, non fanno che
morire! L'atmosfera densa di sfiducia e di pessimismo che cola dagli sfondi è esagerata
e scostante.
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