mercoledì 22 marzo 2017

Serial killer vittoriani (VIII)


Delitti seriali
Vittoriani e no

(VIII)
Henry Howard Holmes
 
Preparatevi a leggere una storia incredibile. Jack lo squartatore acquistò grande fama, forse perché non fu mai scoperto, ma come serial killer non fu uno dai "grandi numeri"!
Sherlock Holmes scopriva assassini e cadaveri, Henry Howard Holmes, assassinava e occultava i cadaveri delle sue vittime.


A vederlo sembra poco acuto, a Lombroso sembrò un assassino, ma lui era professore! Questa faccia da forcadallo sguardo ottuso  nasce come Herman Webster Mudgett a Gilmanton cittadina del New Hampshire-Usa. Quando comincia la serie si era già cambiato nome.   E' considerato, come assassino seriale, tra i   più letali in assoluto. Viene inoltre citato dai criminologi come l'assassino più folle e depravato di tutto l'Ottocento. Gli vengono attribuiti oltre 200 omicidi, di cui 27 accertati.
Nella sua biografia, scritta durante l'ultima detenzione in carcere, affermò di avere commesso 133 omicidi, ma in seguito ritrattò l'affermazione dicendo che era un trucco per guadagnare soldi; la polizia dell'epoca, perquisendo l'edificio dove era solito commettere gli omicidi, affermò di avere trovato gli scheletri di 150 persone, e gli attribuì 200 vittime. La cifra reale resta però sconosciuta.

  



Il padre di Henry era un uomo violento che soffriva di alcolismo. Holmes era vittima di bullismo a scuola perché molti compagni di classe erano invidiosi dei suoi ottimi risultati. Raccontó che una volta i bulli lo costrinsero a toccare il teschio di uno  di uno scheletro umano, da quel momento in poi  la sua personalitá mutò: gli piaceva torturare con sadici esperimenti animali randagi. Sognava sempre di essere un dottore: questo sarà il suo futuro lavoro. Dopo essere stato espulso dalla scuola per frode all'assicurazione, si sposò e si trasferì da solo   vicino a Chicago.   Fu qui che cambiò il suo nome.  

Col nuovo nome di Holmes commise il suo primo omicidio, non per turbe ma a scopo di profitto: avvelenò una donna per soldi. Qualche tempo dopo lesse in un annuncio che una donna anziana cercava un aiutante per la sua farmacia: Holmes rispose presentandosi in casa sua e offrendosi per giunta di curarle il marito da tempo gravemente malato:  col pretesto di somministrargli medicine, avvelenò l'uomo. Propose quindi all'anziana signora di cedergli la farmacia lasciandogliela gestire; in cambio lui le avrebbe garantito un reddito mensile. La donna imprudentemente accettò, ma non ottenne mai il pagamento del debito. Presto sparì anche lei: è classificata la terza vittima di Holmes.

Con varie frodi assicurative Holmes si procurò i soldi per costruire un enorme edificio a tre piani. Gli serviva da abitazione, farmacia, negozio e hotel: Holmes era solito affittare molte delle camere (anche ad amici e collaboratori, che finirono poi per diventare sue vittime). L'edificio per la sua  imponenza fu soprannominato il Castello.


Holmes rese il secondo e terzo piano un dedalo di camere:   labirinto e   trappola mortale per chi  vi si addentrasse: le camere erano infatti collegate tra loro con passaggi segreti, muri scorrevoli, spioncini, porte blindate. C'erano stanze segrete, e camere insonorizzate, scale e corridoi che finivano contro un muro, e botole sul pavimento che si aprivano a comando e facevano scivolare la vittima in cantina: lì si trovava una enorme piscina riempita di acido corrosivo, dove Holmes immergeva i corpi e i cadaveri dei malcapitati. Come si vede era un tipo organizzato!

Tutte le stanze erano inoltre delle vere e proprie camere a gas, progettate per uccidere chi  si trovasse all'interno: tutte le porte potevano infatti essere bloccate dall'esterno, e i muri erano foderati con l'amianto. In tal modo, Holmes poteva anche di dare fuoco al gas presente nell'ambiente, evitando il propagarsi della combustione. In una delle stanze segrete si trovava infine un forno crematorio.


Nel biennio '92 '94 un numero enorme di clienti di qualsiasi età (anche bambini), visitatori, garzoni, conoscenti, fidanzate e perfino complici di Holmes troveranno la morte nel castello. Il suo modus operandi era il seguente: spesso affittava una camera; poi, dopo aver intrappolato le vittime ed aver goduto delle loro urla strazianti, li faceva morire asfissiati nella camera oppure li gasava. A volte incendiava il gas in modo da carbonizzarli. Il corpo veniva quindi recuperato ed utilizzato in tre modi: eviscerato e scarnificato per poi rivenderne lo scheletro alle università; sciolto completamente nella piscina con l'acido; o utilizzato da Holmes come cavia per dissezioni ed esperimenti non meglio definiti, senza finalità scientifiche.


Proprio nel 1892 cadeva il World's Fair, la grande esposizione organizzata in occasione dei 400 anni dalla scoperta dell'America. Molte delle vittime furono semplici turisti che decisero di visitare il castello di Holmes. La frequenza degli omicidi era elevata ed il guadagno ricavato dalla vendita degli scheletri fu molto redditizio. Nessuno nutriva sospetti: Holmes agì indisturbato, nonostante le decine di sparizioni nell'area. Spesso, il numero di sparizioni coincideva con il numero delle frodi che Holmes faceva ai danni delle società di assicurazioni.
La storia è orribile e dà da pensare parecchio: dov'era la polizia? Dov'erano i parenti e gli amici delle vittime? Siamo a Chicago, mica in una prateria! Inoltre, si vendevano scheletri senza la DOC: Denominazione di Origine Controllata!


Non fu facile prenderlo, tra incuria e inefficienza rischiò di farla franca! Nel maggio del '96 finalmente  venne impiccato a Filadelfia. Prima di morire Henry Howard Holmes  aveva confessato (ancora per denaro!) nella sua strapagata biografia ben 133 omicidi. La polizia gliene aveva accertati 9 dei 27 che aveva confessato inizialmente. Durante la perquisizione del suo gigantesco hotel, furono trovati più di un centinaio di scheletri: erano le ossa delle vittime che aveva gasato, dissezionato e sciolto nell'acido.

(VIII - segue)
 

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