lunedì 30 ottobre 2017

Serial in TV (1-7)


Indagini seriali in TV
Serie gialle, noir e thriller della TV
(1-7)
Non uccidere





Serie Rai TV prodotta dal 2015.
Ideata da Claudio Corbucci, ha per protagonista Miriam Leone (ex miss Italia, preoccupata d'esser troppo bella) nei panni di Valeria Ferro, ispettore di polizia dal problematico passato familiare. È in onda sulla Rai dal settembre 2015.
La serie racconta casi riguardanti tristissimi crimini familiari o delitti (poco motivati e oscuri) commessi in comunità chiuse. A indagare è Valeria Ferro, ispettore della Squadra Omicidi della Mobile di Torino, quando non va da sola (ma via!) incontro al pericolo, l'aiutano  il suo braccio destro Andrea Russo, il veterano Gerardo Mattei e il novellino Luca Rinaldi.




Mentre si sviluppano diverse indagini, affiora nella bruma lungo il Po il doloroso passato di Valeria: quando era una bambina, sua madre Lucia è finita in carcere per l'omicidio del marito, suo padre.  La piccola Valeria (lo è mai stata?) è cresciuta appena fuori Torino con il fratello Giacomo e lo zio Giulio e, una volta entrata in polizia, è diventata la compagna di Giorgio, uno degli agenti incaricati delle indagini del delitto, che ormai ha fatto carriera. Ora che sua madre è uscita dal carcere Valeria, nonostante i buoni propositi del fratello, rifiuta ogni contatto con la donna ma continua a porsi domande sulla morte del padre, sulla quale Lucia sembra non aver detto tutto.
24 (12+12) gli episodi. La prima stagione di Non uccidere è stata trasmessa in prima visione da Rai3, dalla seconda stagione la serie viene pubblicata in anteprima sul portale Ray Play, e poi trasmessa da Rai2






Valeria Ferro è interpretata da Miriam Leone (miss Italia 2008). È troppo bella per essere un credibile ispettore   della questura di Torino, per cui si veste sempre con un golfino cenere a paricollo e un eskimo grigio di materiale sintetico. Cerca anche di star gobba (non sarà juventina per caso) e si muove volutamente in modo goffo e rigido.  Carattere piuttosto impulsivo si mette spesso nei guai.
Ha un cattivo rapporto con la madre Lucia in seguito all'omicidio di suo padre, che dalle indagini è risultato essere stato commesso proprio da lei, e motivo per il quale è stata assente per molti anni dalla famiglia restando in carcere a scontare la pena.

Gli altri.
Andrea Russo  è il collega di Valeria Ferro della quale è innamorato e mostra da sempre gratitudine e affetto per il suo ispettore capo. Fa tanta tenerezza.


Giorgio Lombardi è il capo di Valeria Ferro, nonché anche suo partner sentimentale, uno dei primi casi su cui ha indagato è stato proprio il delitto del padre di Valeria. Il loro rapporto entrerà successivamente in crisi, per il suo rifiuto di riaprire il caso dell'omicidio del padre di Valeria.




Gerardo Mattei  è il collega "anziano" di Valeria. Sempre professionale e puntuale.
Luca Rinaldi  è l'anonimo  collega "giovane" di Valeria.

La famiglia.
Giacomo Ferro,  il fratello di Valeria, con la quale vive insieme alla moglie Michela e alla figlia Costanza. A differenza della sorella non ha problemi ad accogliere la madre quando lei esce dal carcere.
Michela Ferro,  moglie di Giacomo e madre di Costanza.
Giulio Ferro, lo zio di Valeria. Durante l'assenza della madre è stato lui a occuparsi di lei e di suo fratello Giacomo.
Lucia Ferro, la madre di Valeria ed è stata condannata a vent'anni di carcere per l'omicidio del marito. Ne ha fatti 17.
Costanza Ferro: la nipote adorata di Valeria nonché figlia di Giacomo e Michela.



Nota critica
Nei 7 episodi che ho visto della prima serie (poi basta!) vengono commessi sette delitti imperdonabili, la vittima è sempre la stessa: la suspense. Il regista, lo si vede, ha studiato; cap.4 pag. 51: "A momenti di tensione si devono alternare pause rilassanti che distraggano lo spettatore... ".
Dettame sacrosanto, se c'è la tensione e se le  pause sono rilassanti. Peccato che la tensione sia tutta condensata sullo sguardo vuoto fisso all'infinito dell'ispettore Ferro (avesse mai un guizzo d'ironia!) tutta presa dal trasmettere sul video il suo dramma intimo. Peccato anche che le pause siano solo rallentamenti dell'azione: gambe che scendono lentamente le scale, auto ai semafori, nuvole di passaggio: non rilassano, distraggono.
La Leone produce involontari effetti ridicoli quando ghigna affermando che un sospetto o un testimone "mentono". Farebbe meglio a leggersi un romanzo di Maigret. Consiglio questo anche agli sceneggiatori che viaggiano indomiti sull'eco delle letture della psicologia imparata nelle dispense dell'Enciclopedia Curcio.
Recitazione credibile, invece, dei comprimari.
La regia è ancora acerba e a volte naif. Nell'insieme poteva essere più credibile e più gradevole (che tristezza cala in casa!). Non parlo della seconda serie, tra conventi e caserme m'è parsa inguardabile.

Voto ***/5

 

 

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