lunedì 2 ottobre 2017

Western in noir (V)



Sconfinati spazi
e
infinite solitudini
Alla scoperta dei lati oscuri del cinema western classico attraverso i  personaggi solitari  più famosi: eroi segnati da un passato enigmatico e attratti da un futuro elusivo.
"C'era una volta il west...ernoir!"

(V)
il west nei fumetti (1)


Bufalo Bill





SEGUENDO SCURE TRACCE DI CHINA!
Questa è una pausa, un diversivo, un andare per qualche minuto alla ricerca del tempo perduto.
"Bufalo? Chi osa chiamarmi Bufalo?". La mozzarella di bufala, non c'entra. Ve l'assicuro.  
Dal circo ai fumetti il passo è più breve di quello che occorre per arrivare al cinema. Alla fine degli anni '30 era già stato usato in varie edizioni come personaggio dei fumetti (Nerbini) o di racconti "ampiamente" illustrati (Sonzogno?). Il personaggio di Bufalo Bill che ricordo è della mia infanzia,  venne proposto da Luigi Grecchi a Corrado Zucca, allora direttore dell’Intrepido, io allora già leggevo L'intrepido e tanti altri titoli (Il Monello, Il Vittorioso, Il Grande Blek, il Corriere dei piccoli, Topolino, Nembo Kid...). In quel periodo sul mercato c'erano tre personaggi western che andavano molto bene Il piccolo sceriffo, Pecos Bill e Tex.






Il piccolo sceriffo era rivolto ai ragazzi più piccoli. Il disegno è ingenuo, costumi e armi approssimativi. Non mi piaceva, non lo compravo, ma grazie ai pomeriggi afosi di "lettura di scambio" lo conoscevo.




Pecos Bill, l'eroe biondo che portava i paracoscia con le frange sventolanti, era curato ma forse  poco pop. le storie erano sì epiche, ma di un'epica intimista che poco affascinava i ragazzi.  Me lo compravano i genitori perché era "scritto bene"... un fumetto!



Nonostante tutto (c'era dietro la Mondadori!) non ebbe grande successo, ma la qualità dei disegni era importante. influenzò gli autori successivi. Credo che l'uso del lazo al posto delle pistole, abbia influito negativamente!





Tex, fenemeno editoriale prima italiano e poi mondiale, merita un discorso a parte, ci ritorneremo più avanti. 


Nacque a fascicolletti composti di strisce (15 lire il costo), poi divenne albo e successivamente (son più di 30 anni) addirittura "Texone"! Ancora continua a mietere gloria e alloro.


In questo quadro di riferimento nacque,  nel ’51, il Bufalo Bill de L'intrepido. A parte le sembianze (vedi foto del vero Buffalo del titolo,  ha alcune analogie con il personaggio reale, la giacca (più spesso verde) con le frange e il  nome anche se il personaggio storico riporta due "f" nel soprannome Buffalo. Spiegherà in seguito Grecchi, che decise la dizione italiana corretta alla terminologia inglese poco usata nel linguaggio corrente di quel tempo. Credo ci fossero anche questioni di "diritti" d'immagine.


Le storie, pubblicate in numerose puntate, sono intrecciate con avventure sentimentali, toccano problemi familiari tra genitori e figli, problemi religiosi e faide tra famiglie molto più simili ad un’Italia rurale che alla frontiera western, inoltre i personaggi e lo stesso Bufalo Bill vivono parentesi dedicate all’amore, componente essenziale per attrarre un pubblico femminile.
C'è da capirlo, a una fanciullina di fine anni '50 poco garbava un assalto a un treno alla Jesse James. Bufalo, però, lo faceva.
Nel lavoro di Carlo Cossio troviamo una qualità artistica di tutto rispetto anche se la documentazione storico-ambientale (Tex è un libro di storia del west) è decisamente carente. I soggetti sono pieni di ingenuità, senza una collocazione precisa al periodo storico, pieni di testi troppo didascalici (e prevalenti sulla sceneggiatura) che hanno imposto una realizzazione obbligata delle tavole.
Se poi cercate il noir in queste storie, di scuro troverete, a parte la china, solo il petrolio!


Sergio Leone e Tex (il Texone) ci hanno abituati male, oggi siamo   più esigenti riguardo l’abbigliamento dei personaggi, dei costumi degli indiani e alle caratteristiche delle armi (quelle fantasiose fondine che si spostavano lungo il cinturone nelle lotte corpo a corpo erano troppo alte per un pistolero (in proposito tornate a guardare l'immagine di Bufalo Bill che salta sul treno). I paesaggi  sono poco attinenti con il vero west, rispecchiano molto più un ambiente padano dove i canyon sono più simili agli Appennini o alle Alpi. Del resto anche gli altri fumetti del periodo erano simili: i disegnatori per sopperire la mancanza di documentazione si arrangiavano come potevano, (lo stesso Aurelio Galleppini rivelò che, per realizzare gli ambienti di Tex, si ispirava alle montagne del Trentino dove andava in vacanza).
Bisogna però riconoscere che, nonostante le pecche, rimane tutt'ora un buon esempio di fumetto western.


 

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