mercoledì 28 novembre 2012

Fumetti in giallo (XXII)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Ventiduesima parte



Dylan Dog

Quando si parla di Dylan Dog la prima cosa, la più immediata, che viene in mente   è che si sta parlando di un fumetto horror. Zombie, licantropi, fantasmi e vampiri, in uno scenario cupo e dominato dall’irrazionale, sono stati per anni (decenni) gli elementi presenti (a parte qualche significativa eccezione tinta di giallo) all’interno delle pagine dei primi duecento numeri. Non più di cinque le storie “trasgressive”!  Sembra  che questo non accada più: ora non si è  di fronte a un horror quando si sfoglia un numero attuale di Dylan Dog.
La sensazione   è che il fumetto abbia da tempo virato verso tematiche più vicine alla letteratura gialla. Alcune immagini lo sarebbero, ma la trama, pur essendo molto belle, le relega a ornamento.
Il nuovo  Dylan Dog non può essere ricondotto né all’interno di un hard boiled,   né all’interno di un poliziesco.
Possiamo collocare il “nuovo genere” di Dylan Dog nel noir. Dylan  è un perfetto antieroe (lo è sempre stato) che, a differenza dell’eroe consolatorio dei gialli, agisce in una narrazione in cui il crimine passa in secondo piano facendo prevalere una serie di riflessioni sulla società e sul mondo che circonda la storia, sulla base delle informazioni che raccoglie.
Una scelta di questo tipo  ha fatto rizzare il pelo a diversi  lettori trentacinquenni, abituati fin dall’adolescenza a muoversi all’interno di un ambientazione surreale piena di archetipi horror o gotici. Ma forse sono stati distratti.  Le origini di questa trasformazione   non sono da considerare recenti.


Anzi, le prime tracce si possono ritrovare nel famoso (e fatidico) numero 200, in cui la storia della biografia immaginaria dell’Indagatore dell’Incubo ha cominciato a delinearsi con contorni sempre più netti e precisi. Ne veniamo a sapere di segreti e sulla nascita del sodalizio col suo strambo assistente! Per chi non ci credesse  può leggerlo aggratis! 



Passa un po’ di tempo e  compie,  nei numeri celebrativi I ricordi sepolti n. 249 (rigorosamente in B&W) e nel successivo ( con straordinari colori, ma dal titolo fin troppo evocativo il noir) Ascensore per il patibolo n. 250 la sua trasformazione totale.


 
La scelta dei numeri speciali, non è casuale. In questi albi il disegno è molto curato, raffinato direi e nel n.250 c’è il colore. Il cambiamento viene assorbito dalla qualità della forma e della confezione.





Ma non bisogna pensare che sia cambiato solo Dylan Dog. Il personaggio è un prodotto editoriale di successo, una merce industriale: è condannato a cambiare seguendo le mutazioni dei gusti dei lettori. E i lettori, va detto, hanno avuto una profonda metamorfosi.  



Un altro esempio che merita una riflessione sulla trasformazione di Dylan Dog si può trovare nel più recente Assassino della porta accanto (n. 307), che viene ben 57 numeri dopo! Quattro anni. Sostanzialmente una trama ben scritta dallo sceneggiatore Fabrizio Accattino. Un numero mediamente apprezzato dai lettori dei forum e gruppi di discussione di facebook, ma il cui genere è chiaramente un giallo. Per essere chiari: se al posto di Dylan ci fosse stata (non dico Miss Marple) ma la Comandante Florent, o l’ispettore Barnaby… la storia avrebbe retto lo stesso.
Quali son gli elementi da cui il fumetto Dylan Dog si è emendato per poter cambiare la propria identità?
Da decine  di mesi non si nota più la presenza di personaggi classici della fantasia e della letteratura horror. La presenza dell’irrazionale e dell’inconscio è quasi evaporata. Sono però comparsi noiosi “spiegoni”, a fine storia.  
Non si è più visto il rapporto tra eros e tanathos: amore e morte che si legano e sciolgono in una continua danza in cui uno è il complementare dell’altro.  
Niente più splatter. E allora:

"Benvenuto detective Dog!" (*)
Nota (*) Derogo alla mia regola con questa sesta immagine, ma era trppo pertinente per resistere. E' tratta dal n.200 pag. 5.
(22-continua) 

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