Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Ventiduesima
parte
Dylan Dog
Quando si parla di Dylan
Dog la prima cosa, la più immediata, che viene in mente è che
si sta parlando di un fumetto horror. Zombie, licantropi, fantasmi
e vampiri, in uno scenario cupo e dominato dall’irrazionale, sono stati per
anni (decenni) gli elementi presenti (a parte qualche significativa eccezione
tinta di giallo) all’interno delle pagine dei primi duecento numeri. Non più di
cinque le storie “trasgressive”! Sembra che questo non accada più: ora non si è di fronte a un horror quando si sfoglia un
numero attuale di Dylan Dog.
La sensazione è che il
fumetto abbia da tempo virato verso tematiche più vicine alla letteratura
gialla. Alcune immagini lo sarebbero, ma la trama, pur essendo molto belle, le
relega a ornamento.
Il nuovo Dylan Dog non può essere ricondotto né
all’interno di un hard boiled, né
all’interno di un poliziesco.
Possiamo collocare il
“nuovo genere” di Dylan Dog nel noir. Dylan è un perfetto antieroe
(lo è sempre stato) che, a differenza dell’eroe consolatorio dei gialli, agisce
in una narrazione in cui il crimine passa in secondo piano facendo prevalere
una serie di riflessioni sulla società e sul mondo che circonda la storia,
sulla base delle informazioni che raccoglie.
Una scelta di questo
tipo ha fatto rizzare il pelo a diversi lettori trentacinquenni, abituati fin
dall’adolescenza a muoversi all’interno di un ambientazione surreale piena di
archetipi horror o gotici. Ma forse sono stati distratti. Le origini di questa trasformazione non
sono da considerare recenti.
Anzi, le prime tracce
si possono ritrovare nel famoso (e fatidico) numero 200, in cui la storia
della biografia immaginaria dell’Indagatore dell’Incubo ha cominciato a
delinearsi con contorni sempre più netti e precisi. Ne veniamo a sapere di segreti e sulla nascita del sodalizio col suo strambo assistente! Per chi non ci credesse può leggerlo aggratis!
Passa un po’ di tempo
e compie, nei numeri celebrativi I ricordi sepolti n. 249 (rigorosamente in B&W) e nel successivo ( con straordinari colori, ma dal titolo fin troppo evocativo il noir) Ascensore per il patibolo n. 250 la sua trasformazione totale.
La scelta dei numeri speciali, non è casuale. In questi albi il disegno è molto curato, raffinato direi e nel n.250 c’è il colore. Il cambiamento viene assorbito dalla qualità della forma e della confezione.
Ma non bisogna pensare
che sia cambiato solo Dylan Dog. Il personaggio è un prodotto editoriale
di successo, una merce industriale: è condannato a cambiare seguendo le
mutazioni dei gusti dei lettori. E i lettori, va detto, hanno avuto una profonda
metamorfosi.
Un altro esempio che
merita una riflessione sulla trasformazione di Dylan Dog si può trovare
nel più recente Assassino della porta
accanto (n. 307), che viene ben 57 numeri dopo! Quattro anni.
Sostanzialmente una trama ben scritta dallo sceneggiatore Fabrizio Accattino.
Un numero mediamente apprezzato dai lettori dei forum e gruppi di discussione
di facebook, ma il cui genere è chiaramente un giallo. Per essere chiari: se al
posto di Dylan ci fosse stata (non dico Miss Marple) ma la Comandante Florent,
o l’ispettore Barnaby… la storia avrebbe retto lo stesso.
Quali son gli elementi
da cui il fumetto Dylan Dog si è emendato per poter cambiare la propria
identità?
Da decine di mesi non si nota più la presenza di
personaggi classici della fantasia e della letteratura horror. La presenza
dell’irrazionale e dell’inconscio è quasi evaporata. Sono però comparsi noiosi
“spiegoni”, a fine storia.
Non si è più visto il
rapporto tra eros e tanathos: amore e morte che si legano e sciolgono in una
continua danza in cui uno è il complementare dell’altro.
Niente più splatter. E allora:
"Benvenuto detective Dog!" (*)
Nota (*) Derogo alla mia regola con questa sesta immagine, ma era trppo pertinente per resistere. E' tratta dal n.200 pag. 5.
"Benvenuto detective Dog!" (*)
Nota (*) Derogo alla mia regola con questa sesta immagine, ma era trppo pertinente per resistere. E' tratta dal n.200 pag. 5.
(22-continua)
Nessun commento:
Posta un commento