Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Ventiquattresima parte
Max Fridman
Pur essendo trame gialle, le
storie di Max sono di "altro genere", credo quasi metafisiche, ma torniamo sulla terra! Le prime due di spionaggio alla Cicero o
alla Notorius (come preferite) la terza è bellica: guerra civile spagnola. Max
Fridman è un ex agente segreto richiamato in servizio nel 1938. Il suo ruolo di
protagonista, pur con forte coinvolgimento morale e emotivo, è di fatto
involontario. Discreto, educato e vagamente malinconico, non è incline all’azione (non ha neanche le phisique du role), eppure si trova
sempre coinvolto in storie più grandi di lui. Max, forse, preferirebbe esserne
un osservatore, ma tra affaires politici, intrighi spionistici,
situazioni storiche , lo trovano sempre e comunque dalla “parte giusta”.
Non è un eroe, ma sa affrontare con coraggio, le rischiose
situazioni in cui si caccia. Anche nei momenti più caldi non perde mai la calma
(e la pipa). Del suo passato, da cui sembra perennemente in fuga, sappiamo
poco: una ex moglie, una figlia, un
passaporto svizzero.
Particolare su cui riflettere:
in ogni storia, anche se la donna è diversa, è monogamo. Non è quindi un James Bond!
Appare per la prima volta nel
1982 (Rapsodia ungherese) e, nonostante il successo mondiale, è difficile
collocare il personaggio Max Fridman in una categoria “professionale”, come
ogni agente segreto che si rispetti! Di certo i romanzi sono thriller
internazionali.
Max Fridman arriva a Budapest. Il freddo, il
vento e la morte abitano le strade della città dove spie naziste e francesi si
affrontano senza pietà. In mezzo alla sarabanda di questa guerra nascosta,
affascinato dalla perversa Cléo, disorientato dal temibile Von Kluberg e atteso
dalla giovane e fragile Ethel, Max dovrà evitare le trappole di questa strana
rapsodia ungherese …
Ne La Porta d’Oriente
siamo a fine estate 1938.
L'Europa incerta traballa. Hitler affina le sue armi. Stalin
innesca una feroce repressione … Ai quattro angoli del mondo, i servizi segreti
delle principali potenzesi dichiarano una guerra implacabile, spietata.
L'ingegnere
Stern è il fulcro in questo conflitto nascosto. Perseguitato, braccato dalle
spie di Stalin, Stern trova rifugio a Istambul. In questa città
cosmopolita, Max Fridman e l'inqiuetante Marta Witniz tenteranno
l'impossibile per salvarlo. Nel cuore del gran Bazar, all'ombra dei minareti,
nel dedalo dei Souks, un conflitto larvato, sotterraneo, ma volte efferato,
contrappone fra loro spie di ogni provenienza …
Il tratto di Vittorio Giardino, a linea chiara come gli artisti di scuola belga, è delizioso. Delle
tavole non si apprezzi solo la qualità del
disegno, ma soprattutto nella capacità di rappresentare il movimento. Sopra una
tavola in cui Giardino fa muovere tutta la
storia come fosse un piano sequenza: il
suo è un disegno animato tutto d’insieme, molto cinematografico.
La
terza storia: No pasaran!. Ottobre 1938. Appena reduce dal suo viaggio a
Istanbul dove si era dovuto districare in un labirinto di insidie fra spie e servizi
segreti di mezzo mondo, Max
Fridman si dovrà confrontare nuovamente, e suo malgrado, con un'altra
appassionante avventura. Si ritroverà, alla ricerca di un amico, catapultato
nel cuore della guerra di Spagna, proprio sul fronte dei combattimenti. Alla
maniera dei grandi reporter dell'epoca come Capa o Dos Passos, Vittorio
Giardino ci racconta e ci fa rivivere questo drammatico momento storico, fino
al tragico bombardamento di Barcellona. Si notino, nella tavola alcune similitudini
con Intrigo Internazionale!
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