venerdì 10 giugno 2016

Turismo in noir (I)


Città italiane in noir


Un giro turistico tra le  città italiane
che hanno accolto storie gialle o noir
(I)

Torino nera ed esoterica

Partiamo da Londra diretti a Torino, prima tappa del nostro tour. L'ex capitale d'Italia, lo fu per soli tre anni, è il punto di partenza per affrontare il noir italico. Il viaggio, attraversata la Manica con un Ferry Boat, continuerà in auto, sarebbe disdicevole e di malagurio, negli anni '70, arrivare a Torino in treno!





Il noleggiatore francese (innervosito perché abbiamo rifiutato una Renault 8) ci ha messo a disposizione una Fiat 128, nuova e da rodare.


Torino. Da lontano la sky line con la mole già ci inquieta, ci mette a disagio. Arriviano in città che già il sole è tramontato, Mi chiedo dubbioso "A che punto è la notte"?

 

Appena arrivati in Piazza San Carlo impossibile parcheggiare, si capisce subito che (a parte un paio di Alfa Giulia) siamo in casa Fiat! Ma, visto che siamo nel centro storico, non è quella vera, quella del romanzo della "premiata" ditta Fruttero&Lucentini.



Il libro. In quegli anni la borghesia torinese, per paura di Rocco e dei suoi fratelli (che pure erano a Milano!) s'era ritirata, anzi auto segregata, in collina. Le anziane sorelle Tabusso, ne sono l'ologramma. Rintanate con la domestica nella loro villa in collina, sono assediate da un florido traffico di prostitute e clienti. Il gallerista Vollero che, pur temendo di essere scoperto dai suoi clienti, si rifornisce di cornici al Balon (il mercatino delle pulci) e l'americanista Bonetto,  intellettuale immaturo, perso dietro improbabili, inutili (e probabilmente immaginarie) schermaglie culturali con odiati colleghi  sono altri due un esempi. Per tale ricchezza di personaggi e per la profondità dell'analisi psicologica il romanzo costituisce un vivido e sarcastico (l'arma del delitto è un fallo di pietra!) ritratto della decadente società torinese di quegli anni. La dimostrazione che fuori dalla Fiat non c'era potere.



Una delle ville dove la storia si svolge.






Passati pochi anni, la premiata ditta F&L   ripropone Torino come location per un noir.  La città mostra un volto più inquietante, meno borghese e più multinazionale. Pure notturno e misterioso. sono maturi i tempi per Il pendolo di Foucault di U. Eco che seguirà dieci anni dopo e sarà ambientato a Milano.






E' uscita la Mirafiori, l'eleganza (in chiave Fiat, non chiedete troppo!) al posto della sobria funzionalità della 128. L'azienda sta vivendo un suo momento di delirio, delirio d'onnipotenza.






Simboli esoterici e massonici fanno da cornice e da sfondo al criminoso patto d'affari tra un sacerdote "deviato" ed un insospettabile funzionario della più celebre industria torinese. E così sotto lo sguardo imperscrutabile del Grande Boss anche la notte lascerà spazio ai primi bagliori dell'alba.






Ricordiamo che molte volte Torino fu considerata  il vertice del satanismo europeo e del culto massonico, per via del triangolo di energia nera che la accomuna a Praga e Lione. Non solo per questo, la Torino sotterranea tra cunicoli, passaggi e rifugi ha accolto e dato protezione a grandi nomi come Cagliostro e Nostradamus. Ma nel romanzo non ci sono solo storie e simboli inquietanti, vestigia di un passato pieno di misteri che allungano le ombre. Ci sono i fermenti anticonformisti di quel periodo, la ribellione giovanile e il tentativo di rinnovamento del clero. Fenomeni sempre descritti con piacevole ironia.




Trent'anni dopo Torino torna come luogo del delitto. Ce la ripropone Luca Rinarelli. Fa solo da sfondo alla vicenda, ma mi sembra che, per completezza, sia importante citarlo: il delitto e il noir, a Torino sono di casa!



 

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