mercoledì 9 gennaio 2013

Fumetti in giallo - Introduzione (II)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Introduzione (II)



Gli albori

Nick Carter è il padre (o il nonno, se preferite!) del detective “ammerikano”! Apparve per la prima volta in un libello (del costo di un dime: 10 centesimi di dollaro) nel 1886. Erano gli anni dei romanzi d’appendice e dall’altra parte dell’Oceano, un anno dopo (1887), cominciò ad indagare Sherlock Holmes con tutt’altri metodi! Nick, eroe popolare superdotato, era  già famoso negli ultimi anni dell’800, ma appariva solo in romanzi a puntate su giornali o su libretti dime, appunto.



Verso il 1910 queste storie cominciarono ad essere sempre più riccamente  illustrate. All’inizio c’era solo una copertina molto ricca e curata, ora si trovavano belle tavole anche   all’interno della storia. Così inizia il romanzo “Lo sterminatore dei malfattori”: “Una società brillante riempiva le sale splendenti di luce. Orazio Belden, il ben noto milionario, dava una festa nel suo palazzo nella Fifth Avenue di New York. Malgrado l’ora tarda, numerosi invitati non cessavano di arrivare alla dimora principesca dell’Anfitrione, …”
Sopra un’immagine con in primo piano una bella fanciulla alla Mucha e sullo sfondo la festa! Non erano ancora fumetti, ma il percorso era iniziato. Le pubblicazioni continuarono a riscuotere successi per altri decenni.



Il processo di crescita della parte illustrata, pur con enormi potenzialità e qualità, era lento. Se ne accorse Chester Gould, un geniale autore e sceneggiatore dotato anche di intuito commerciale. Nel 1931, dette vita alle storie a fumetti di Dick Tracy. Il successo fu molto al di sopra delle aspettative. Tanto che molti cercarono di imitarlo.  Erano gli anni di Sam Spade e Dashiell Hammet si affermava come punto di riferimento letterario dell’hard boiled.



Non era impresa facile e per anni le dure storie di Dick, ancora più hard boiled delle indagini di Sam Spade, furono sempre in testa alle classifiche di vendita e di gradimento.



Uno dei più spudorati imitatori fu Dan Dunn, ma basta guardare il profilo dei due detective per capire che Dick è innovativo e “moderno”, quasi futurista, mentre Dan è ancora legato al liberty. Per non parlare dello sfondo dell’immagine di copertina. Quella di Tracy è esplosiva, mentre   Dunn osserva da un oblò una scena molto statica.
Pochi anni dopo anche Nick Carter esordisce nei fumetti. Non avrà mai lo stesso successo dei romanzi dime.
Che dire poi di Steve Roper? Era iniziata come striscia umoristica, ma il successo di Dick Tracy e dei suoi imitatori lo fecero presto virare verso il noir.


Anche Buck Ryan nasce allo stesso modo di Dunn, ma il disegno è più evoluto e moderno. Nell’insieme risulta più realistico di Dick Tracy. Non è detto che sia un bene, le strisce di Chester Gould infatti, utilizza uno stile più comics per esaltare i tratti sgradevoli dei criminali che in tal modo appaiono veramente “cattivi”!
Charlie Chan a fumetti è dovuto al cinema. Numerosissimi sono i film della serie e  quando le sue storie uscirono a fumetti trovarono migliaia di lettori giù pronti alla fruizione.



Infine voglio citare Topolino detective. Non tanto per lui, già noto eroe in tante avventure  tinte di mistero, forse di  giallo. Bisogna ricordare Macchia nera: è col suo arrivo che il topo veste i panni del detective. Così anche i bambini potevo leggere storie noir, più adatte ai piccoli, ma non meno affascinanti.

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